Quei palazzi costruiti per le Regioni che valgono un piano per l’ambiente

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Ecco a voi la nuova sede del Consiglio regionale della Puglia, che sorgerà  nel quartiere Japigia di Bari. L’appalto è stato assegnato in agosto.
Davanti a una somma del genere, con l’aria che tira, si resta senza parole. Oggi, poi, è inevitabile notare che sono una cifra pari quasi all’intero ammontare dei fondi regionali (100 milioni su un totale di 210) necessari per combattere contro il rischio idrogeologico. Come previsto, appunto, dal piano straordinario da due miliardi di euro per tutto il territorio nazionale messo a punto dal ministero dell’Ambiente. Peccato soltanto che per quello non ci siano i soldi. Parole del ministro Stefania Prestigiacomo: «Il piano è pronto da due anni ed è ancora per la gran parte non avviato a causa della mancata erogazione delle risorse che pure a suo tempo erano state stanziate». Ma quando si tratta di queste cose, i fondi non ci sono mai. E allora si fa quel che si può. Di solito, quando servono denari per riparare ai disastri causati dall’abusivismo, dall’incuria e dalla speculazione, si aumentano le tasse sulla benzina. Per altre spese, invece, i quattrini si trovano sempre: l’acquisto di 19 Maserati quattromila blindate da parte del ministero della Difesa di Ignazio La Russa non ha causato il minimo turbamento. A riprova del fatto che le casse vuote sono spesso soltanto una pietosa scusa.
Un esempio? Al fabbisogno del piano straordinario del ministero dell’Ambiente si potrebbe far fronte applicando il «parametro otto euro» proposto dal presidente del consiglio regionale dell’Emilia-Romagna Matteo Richetti. Di che cosa si tratta è semplice: portare i costi di tutte le assemblee legislative, cioè Camera, Senato e consigli regionali, al livello delle Regioni più virtuose, come Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana. Appunto, otto euro per ogni cittadino. Il risparmio sarebbe sorprendente: un miliardo 277 milioni di euro l’anno, dei quali 606 milioni per i soli costi dei consigli regionali. Meno auto blu, meno benefit ai politici, meno sprechi. Ma anche meno frane, meno smottamenti, meno inondazioni. E meno morti. Gli accordi fra ministero dell’Ambiente e Regione Liguria prevedevano per la riduzione del rischio idrogeologico un finanziamento di 35,8 milioni. Questa somma si potrebbe raccogliere in 23 mesi portando le spese del consiglio regionale a otto euro per abitante. Risparmio annuale: 18,9 milioni.
Per la Campania gli stessi accordi stabilivano una cifra molto più consistente di 220 milioni. Reperibili in cinque anni grazie all’economia di 43,4 milioni ogni 12 mesi garantita dal «parametro otto euro» applicato al consiglio regionale.
Sempre in base al piano straordinario dell’Ambiente la Regione Lazio ha bisogno di 90 milioni. Oltre 57 dei quali potrebbero arrivare in un solo anno dalla regola «otto euro». Per avere un’idea del grasso che c’è da quelle parti, basti ricordare che nel bilancio del consiglio regionale c’è ogni anno (ogni anno!) uno stanziamento variabile fra 8 e 9 milioni e mezzo di euro per la ristrutturazione, la manutenzione e la messa a norma degli immobili.
A sua volta, le economie di spesa al consiglio della Calabria darebbero un contributo di 61 milioni l’anno, contro i 220 necessari per il piano di riduzione del rischio idrogeologico negoziato fra ministero dell’Ambiente e Regione.
E il Piemonte? Nel 2010 il consiglio regionale ha speso 11 milioni di euro per comprare la ex sede del Banco di Sicilia: il presidente dell’assemblea Valerio Cattaneo ha detto che si risparmierà  mezzo milione l’anno di affitti. Ma per coprire interamente quella spesa ci vorranno 17 anni. Inoltre, qualche mese fa si è deciso di investire su quell’immobile 5 milioni e 340 mila euro per lavori. Abbattere i costi a carico di ogni cittadino a 8 euro significherebbe avere 46 milioni e mezzo in più a disposizione ogni anno. Circa metà  della cifra prevista dal piano anti dissesto: 112,2 milioni.


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