Liguria, l’ultimo saluto al volontario-eroe

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MONTEROSSO – Sandro Usai ha scritto una delle più belle pagine del Vangelo, giura il vescovo della Spezia. Che parlandogli quasi sottovoce, ne benedice la bara su cui è appoggiata una foto scattatagli un attimo prima della tragedia, mentre solleva un tombino nell’illusione di far scorrere la valanga d’acqua e fango. «Avevo fame, e mi hai dato da mangiare. La tua morte ha coinciso col momento in cui stavi aiutando il prossimo. Ti prometto che non sarai dimenticato». Così dice monsignor Francesco Moraglia, accompagnando il feretro del quarantenne, sposato e padre di un bimbo di 8 anni, travolto poco dopo aver messo in salvo alcuni turisti. Nella piccola chiesa di San Giovanni si alza un lungo applauso quando il sindaco Angelo Betta legge il telegramma inviato dal presidente Giorgio Napolitano, che conferirà  la medaglia d’oro al valore civile alla memoria del volontario della protezione civile. Usai sarà  sepolto stamani nel cimitero di Arbus, la città  sarda di dove era originario.
Subito dopo la cerimonia funebre a Monterosso si sono rimessi al lavoro. Perché ci sono ancora tonnellate di fango e un paese da ricostruire. Perché da domani sulle Cinque Terre, lo spezzino e la Lunigiana grava lo spettro di un nuovo nubifragio: quattro giorni di piogge forti con picchi di grande intensità . E allora qui, come in tutte le zone colpite, si spala in maniera febbrile per liberare i canali, si rinforzano con migliaia di sacchetti di sabbia gli argini di fiumi e torrenti. «È una corsa contro il tempo e la paura, ma più di così non possiamo davvero fare», confessa il sindaco. Stamani le previsioni indicheranno quanti millimetri d’acqua cadranno e in che arco di tempo. «In base alle anticipazioni vedremo se evacuare quei cittadini che non hanno ancora lasciato il borgo». Angelo Betta rivolge un invito ai proprietari di seconde case: «Le abitazioni dal secondo piano in su non hanno subito i danni. Per favore, non venite qui a controllare perché fra tecnici e soccorritori siamo già  troppi».
Il corpo di Aldo Alemanno Fabiani, 82 anni, lo hanno trovato sul greto del torrente Pogliaschina sotto una catasta di grossi tronchi: è la decima vittima della fine del mondo dell’altra settimana, la settima a Borghetto Vara. Era stato sorpreso dalla valanga di fango mentre correva verso la villetta abitata dalla figlia Paola, 52 anni, anche lei morta affogata. Al drammatico appello mancano ancora tre persone, disperse a Vernazza.
L’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, Angelo Bagnasco ha elogiato lo spirito degli abitanti delle zone colpite: «Abbiamo visto questa gente dare uno spettacolo di grande dignità , determinazione, coraggio e fiducia. Perché crede nel futuro immediato, vuole uscire dalla situazione in cui si trova, e ce la mette tutta. È un esempio per tutti noi». Ma intanto nelle Cinque Terre è scoppiata una polemica che tira in ballo le ditte di carri attrezzi che si fanno pagare non meno di centoventi euro dai padroni delle macchine per recuperarle. E sulla costa è tutto un avvicendarsi di persone che ritrovano natanti alla deriva e li restituiscono ai legittimi proprietari chiedendo in cambio il 30 per cento del valore dell’imbarcazione.


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