Camusso: “Tre attacchi ai lavoratori è ora di mobilitarsi con Cisl e Uil”
ROMA – E’ una «somma di luoghi comuni» messi in fila per far passare «tre attacchi mirati». Susanna Camusso, leader della Cgil, dopo aver letto la lettera che Berlusconi ha inviato a Bruxelles dice che il «governo non avrà la forza di mettere in atto le misure», che alla Bce «si può anche dire di no» e che «il sindacato deve andare verso una mobilitazione unitaria».
Quali sono i tre attacchi mirati?
«Quello rivolto alle norme sul lavoro: trovo intollerabile che venga dato il via libera al licenziamento tirando il ballo la lotta al precariato e raccontando la favola che le imprese non assumono per la difficoltà che incontreranno poi a licenziare. E quello sui dipendenti pubblici: mobilità e riduzione del personale vengono in realtà messi al servizio di tutte le liberalizzazioni».
Non tutte, l’acqua non c’è.
«Non è detto, la lettera su questo punto è molto ambigua e pare scritta apposta per aggirare il risultato del referendum».
Qual è il terzo attacco?
«Quello alle pensioni: si fa una forzatura ad un sistema che è in equilibrio e senza indirizzare nemmeno una piccola parte delle risorse che s’intende recuperare a favore della previdenza dei giovani. Come se non fosse evidente che il nostro problema non è l’età pensionabile, ma un insieme di insopportabili ingiustizie che qui non vengono nemmeno scalfite».
La lettera del governo riprende le richieste della Bce, siamo un paese commissariato?
«Lo dico da tempo».
Ma Berlusconi, secondo lei, ha la forza per mettere in atto le misure annunciate?
«Credo che non abbia né la volontà né la forza per farlo».
Allora cosa succederà ?
«Temo che questo governo continuerà a perdere tempo dicendo quant’è stato bravo e quante cose ha fatto: la prima parte della lettera inviata a Bruxelles è piena di questi luoghi comuni. Temo anche che nel frattempo continui ad utilizzare il potere per risolvere solo questioni private».
Questa volta però anche il Quirinale sostiene che non bisogna tergiversare sulle riforme impopolari.
«Non ne posso più di questo uso strumentale delle riforme impopolari: se ne fanno da tre anni e tutte pesano sulle spalle dei lavoratori. Mi aspetto una riforma impopolare che introduca la patrimoniale e che scontenti qualcun altro».
Ma l’impegno è preso. Si può dire di no alla Bce?
«Certo che si può dire di no. Si può dire di no e fornire una alternativa: fare quello che si fa negli altri Paesi e decidere di investire sulla crescita. La realtà è che questo governo non si misura con gli altri Paesi perché non ha un’idea né del Paese né della crescita».
Ora come reagirete? Farete un altro sciopero da soli?
«Ho visto i commenti degli altri sindacati: sono tutti molto netti e forti. Noi siamo pronti a proporre a tutti una mobilitazione unitaria».
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