Alain Minc: “Il vero problema è il Cavaliere se uscisse di scena la crisi sarebbe risolta”

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PARIGI – «Il problema dell’Europa oggi è Berlusconi. Se miracolosamente il vostro primo ministro uscisse di scena, allora gran parte dell’attuale crisi sarebbe risolta». All’Eliseo non è più tempo di risate né di battute. Per Alain Minc, uno dei più fidati consiglieri di Sarkozy, «le sorti dell’Eurozona sono legate all’esito delle trattative a Roma». Nel suo studio di avenue Georges V, l’economista francese chiede di essere aggiornato sui negoziati a Palazzo Chigi. «Aspettiamo con ansia che l’Italia non sia più umiliata e torni ad essere quel grande Paese che è».
Intanto lo scherno del presidente francese e della Cancelliera tedesca in conferenza stampa è sembrato fuori luogo.
«Berlusconi cerca di trasformare il discredito che pesa su di lui in un attacco all’Italia. Non è così. Le assicuro che nessuno ha più voglia di ridere, i francesi meno degli altri. Per Sarkozy sarebbe tutto più semplice se potesse contare su un leader italiano credibile e al suo fianco al tavolo dei negoziati con la Germania».
Cosa si aspettano oggi Sarkozy e Merkel dal governo italiano?
«E’ stato spiegato al vostro primo ministro che l’Europa non si accontenterà  più di generici impegni. Berlusconi deve portare riforme precise e vincolate se vuole che si attivi il meccanismo europeo di solidarietà ».
Ci sono anche molte divisioni nell’asse franco-tedesco.
«L’accordo si troverà  e sarà  sufficientemente ambizioso da garantirci una tregua di qualche mese. Il nuovo meccanismo finanziario serve a mettere delle stampelle al vostro debito finché c’è Berlusconi. Senza di lui, l’attuale impianto europeo avrebbe già  mezzi e strumenti sufficienti per affrontare la crisi. L’esempio della Spagna ce lo dimostra».
Il giudizio dei mercati sull’Italia non le pare ingiusto?
«E’ un problema psicologico. Manca la freddezza necessaria per valutare i vostri fondamentali, che in parte sono buoni. Soffrite di un deficit di credibilità . Non rimane che sperare che la Provvidenza cambi la leadership italiana, sostituendo Berlusconi con Mario Monti, ad esempio».
Convocare elezioni anticipate, come ha fatto Zapatero?
«Diversamente dalla Spagna, da voi non sembra esserci uno spirito europeo bipartisan. In questa fase, un governo tecnico permetterebbe di superare l’emergenza. Ho citato Monti perché sarebbe una garanzia di rigore».
Per il Cavaliere, la crisi è dovuta alla fragilità  delle banche franco-tedesche.
«Forse Berlusconi non legge l’inglese e non ha visto gli articoli dell’Economist. In ogni caso, anche la Francia attraversa una congiuntura difficile, bisognerà  rivedere al ribasso le stime di crescita e fare nuovi tagli».
Il risanamento proseguirà  nonostante l’avvicinarsi del voto?
«Il nostro sistema non si blocca in campagna elettorale. Siamo una monarchia elettiva. Fino all’ultimo giorno, il Presidente può decidere. Sarkozy si è impegnato su tre cose: mantenere la Tripla A, portare il deficit al 4,5% nel 2012 e a 3% nel 2013. Se non seguirà  questi tre obiettivi sarà  condannato dagli elettori».
I sondaggi dicono che è già  condannato a perdere.
«Se si votasse oggi, forse. Ma visto che mancano 6 mesi, la partita è aperta. Il risultato si gioca su un piccolo margine, scommetto su meno di 4 punti di distacco tra i due candidati».


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