Dopo la diga, la miniera

Loading

Il presidente birmano aveva citato «il volere popolare», quando aveva annunciato al parlamento che il progetto della diga di Mytisone, sull’alto corso del fiume Irrawaddy, nello stato Kachin nella Birmania settentrionale, resterà  sospesa per tutto il corso della sua presidenza. La diga, con centrale idroelettrica, sarebbe stata costruita dal gruppo cinese China Power Investment, e l’energia generata era destinata quasi per intero alla Cina. Ma aveva suscitato grandi proteste, e messo sul piede di guerra la minoranza etnica kachin. Infine, l’annuncio del presidente Thein Sein era sembrato un segnale di apertura politica in un regime tra i più chiusi del mondo.
La storia però non era finita. Il Kachin Development Networking Group (www.kdng.org), rete di gruppi della società  civile kacin (dentro il paese e all’estero), ha avuto notizia dell’ordinanza emessa il 5 di ottobre dalle autorità  locali (la prefettura della Myitkyina Township): si ordina a tutti i residenti, minatori e negozianti del villaggio di Tang Hpre di sgomberare entro cinque giorni, o incorrere nelle «pene previste dalle leggi vigenti». Firmata dal capo del governo locale, l’ordinanza «si applica a tutti i residenti del villaggio con eccezione della Hka Ka Bo Company, azienda mineraria che ha ricevuto una licenza ufficiale per l’estrazione di oro nella zona di Mytisone».
Il villaggio di Tang Hpre è situato dove si forma l’Irrawaddy, alla confluenza tra i fiumi N’mai e Mali che scendono dalla catena dell’Himalaya e costeggiano il confine con la Cina prima di piegare verso sud. È a quella confluenza che doveva sorgere la diga ora archiviata a favore del nuovo progetto, condotto in joint venture tra la compagnia Kha Ka Bo e il ministero delle miniere: dinamitare le sponde, scavare il letto dei fiumi, ed estrarne oro.
Le operazioni minerarie per la verità  vanno avanti già  da anni in quella zona, fa notare il Kachin Development Networking Group: «Attività  minerarie non regolamentate, che spesso usano mercurio e cianuro, devastano terre e fiumi in tutto lo stato Kachin causando erosione, alterando il corso dei fiumi, e provocando inquinamento tossico». Spiega il comunicato che la diga di Mytisone, benché ora sospesa, ha già  fatto un notevole danno nella zona: infatti, dopo che il progetto era stato approvato nel 2006 il governo aveva cominciato a dare licenze per il taglio del legname, per liberare il sito del futuro cantiere, e per operazioni minerarie. L’estrazione d’oro su larga scala è cominciata nel 2010, lasciandosi dietro massicci residui di cianuro e mercurio scaricati senza alcuna precauzione nei fiumi. Con ogni evidenza, ora le autorità  hanno deciso di buttare fuori le altre imprese minerarie concentrando le attività .
La rete della società  civile Kachin fa notare inoltre che anche il progetto della diga sull’Irrawaddy sembra ancora attivo. «Sul terreno nulla indica che sia stato sospeso davvero», avvertiva un comunicato del 17 ottobre, citando notizie ricevute dai due campi dove è già  stata risistemata parte della popolazione sfollata dal sito della futura diga: dicono che gli addetti là  continuano a lavorare. L’ordinanza che fa piazza pulita di un intero villaggio sembra confermare i sospetti. «Miniere e dighe nella zona di Mytisone distruggeranno la bellezza del luogo e inquineranno l’intero ecosistema dell’Irrawaddy, danneggiando le comunità  che vivono a valle», dice l’ultimo comunicato della rete della società  civile Kachin.


Related Articles

Il fantasma di Fukushima

Loading

Un fantasma incombe sulla campagna referendaria. Si chiama Fukushima. Incombe perché è il più grave disastro nucleare della storia dopo Cernobyl. Incombe con la sua contaminazione radioattiva, con una regione intorno a sé uccisa per decenni se non per secoli, con gli operai immolatisi per contenere la fusione del nucleo. Ma Fukushima è un fantasma perché è del tutto assente dalla nostra campagna referendaria. È comprensibile che i nuclearisti non ne parlino ed evitino come la peste persino il fruscio della F di questa centrale maledetta. È invece incredibile che Fukushima non compaia in nessun manifesto o slogan di noi antinucleari. Eppure è l’argomento più potente di cui disponiamo per il sì.

“Scuole e negozi aperti, una follia” la rabbia della città  dopo il disastro

Loading

Le polemiche  Insulti su Facebook. Gabrielli: ora preoccupa la piena del Po.  Il capo della Protezione civile: il pianto dei politici? Solo un’offesa alle vittime. I più agguerriti sono i genitori che per ore non hanno saputo che fine avessero fatto i figli

Un parco di fiori bianchi per le vittime dell’Eternit

Loading

Piemonte. Inaugurato oggi a Casale Monferrato il vivaio Eternot, monumento vivo, dov’era la fabbrica

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment