Il premier: metterò mano alle pensioni, in Europa età del ritiro a 67 anni
BRUXELLES — Era arrivato a Bruxelles sabato sera minacciando in privato tuoni e fulmini, dicendosi pronto a mettere il veto su dichiarazioni che fossero contro l’Italia, alzando la voce e urlando persino contro il suo staff, colpevole di non capire che Berlino e Parigi non potevano metterlo in difficoltà , almeno non più di tanto: «Che possono fare? Ci fanno la guerra? Se vogliono farmi un processo si sbagliano di grosso, sarò io a farlo a loro».
E’ andata in un altro modo. Ieri il Cavaliere si è dovuto ricredere, la guerra è scoppiata e il processo ha avuto un solo imputato, lui. È stato irriso da Sarkozy, ha ricevuto un ultimatum durissimo da Van Rompuy, si è fatto riprendere dalla signora Merkel; e questo mentre fonti comunitarie dicevano che il problema del vertice era non il nostro Paese ma il presidente del Consiglio.
Per tutto il pomeriggio il Cavaliere non ha reagito: è stato visto molto teso, ha chiamato Gianni Letta a Roma, durante i lavori del Consiglio prima e dell’Eurogruppo dopo, ha dato disposizioni perché un consiglio dei ministri venisse convocato, oggi o al più tardi domani. Poi finalmente, alle dieci di sera, a conclusione della riunione europea, si è presentato davanti ai giornalisti minimizzando quanto accaduto nel pomeriggio.
Una minimizzazione che sembra avere le sue ragioni. Delle sollecitazioni ricevuta dalle istituzioni comunitarie il premier dice che farà tesoro «per fare cose che non ho potuto fare sinora, per colpa di altri». E su questo punto si mostra risoluto, indicando un imminente consiglio dei ministri per mettere mano sia al sistema delle pensioni che al patrimonio dei beni pubblici che possono andare sul mercato.
La novità riguarda le pensioni, l’argomento sembrava archiviato per la contrarietà della Lega. E invece il Cavaliere torna sul punto forte delle raccomandazioni europee sulla necessità di riforme strutturali: «In Europa si è parlato di un’età pensionabile uguale per tutti, a 67 anni, lo farò presente alla Lega anche perché siamo l’unico paese ad avere anche le pensioni di anzianità ».
«Bossi ha a cuore i pensionati — ha aggiunto il presidente del Consiglio —. Ma questo non collide con la difesa dei pensionati, perché non andiamo a toccare, a diminuire, le pensioni di nessuno. Ormai con lo sviluppo della vita media, che è intorno agli 80 anni, per i giovani mantenere delle persone che vanno in pensione a 58 anni e poi vanno avanti fino agli 80 e oltre è un carico francamente ingiusto. Gliene parlerò».
Già ieri notte, al rientro a Roma, dove oggi potrebbe vedere Napolitano, sembra che il premier abbia preso contatti con il leader della Lega, per discutere dell’argomento prima del consiglio dei ministri. Un incontro fra i due potrebbe avvenire già nelle prossime ore.
Ad ascoltare Berlusconi sembra che la giornata non sia stata in alcun modo delicata per il nostro governo: «Non c’è un rischio Italia, abbiamo un’economia più solida di altri, è ovvio che 1.900 miliardi di debito, ereditato dal passato, saltano agli occhi, soprattutto della speculazione finanziaria, ma ho ribadito che il nostro obiettivo è arrivare al pareggio di bilancio nel 2013 e si potrebbe ridurre il debito forse già prima ponendo sul mercato gli immobili del patrimonio pubblico».
Mentre su Sarkozy e l’atteggiamento irrisorio del presidente francese, nel corso della conferenza stampa congiunta con Angela Merkel, nessun accenno di reazione polemica. Gli era stata scritta una dichiarazione, dove le parole del presidente francese venivano definite inopportune, ma il Cavaliere non la legge, va a braccio come in altri casi.
E l’episodio viene derubricato ai dissapori relativi alla Banca centrale europea: l’inquilino dell’Eliseo, dice Berlusconi, «se l’è presa per Bini Smaghi», aggiungendo subito dopo che l’economista «non può essere il casus belli per dei rapporti che si deteriorano con la Francia. È vero, abbiamo avuto uno scontro, Sarkozy si è adontato per Bini Smaghi che non si dimette. Noi gli abbiamo offerto dei posti prestigiosi e di responsabilità ma li ha rifiutati. A un certo punto ho anche detto a Sarkozy, “che posso farlo lo uccido?”. Comunque gli accordi erano che liberasse il posto entro la fine dell’anno, siamo ampiamente entro i termini concordati».
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