Lega, spunta l’elenco dei deputati “eretici” e Tosi sfida Bossi: rifarò la mia lista civica

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MILANO – Espulsioni a raffica nella Lega. Già  decretate come in Veneto, almeno una trentina. O in via di perfezionamento come in Brianza, dove contro il sindaco di Macherio Giancarlo Porta, colpevole di aver criticato Berlusconi e i vertici del Carroccio («la tenaglia ricattatrice del premier ci sta portando alla deriva»), il direttivo della sezione ha chiesto di prendere «provvedimenti disciplinari». E poi liste di proscrizione per far fuori, quando sarà  il momento delle elezioni, i più “visibili” tra i parlamentari filo-Maroni. L’ultima indiscrezione mette sotto accusa il capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni, che avrebbe stilato un elenco di dodici deputati “eretici”. In testa i lombardi Giacomo Stucchi, Davide Caparini, Gianni Fava, poi qualche veneto tra cui Matteo Bragantini, vicino al sindaco di Verona Flavio Tosi. Secondo voci non confermate dell’elenco farebbero parte pure il segretario della Lega lombarda Giancarlo Giorgetti e il romagnolo Gianluca Pini. Tutti “amici” del titolare del Viminale.
Un altro snodo del sempre più aspro confronto interno resta Verona. Qui in primavera si vota per il sindaco. L’uscente Flavio Tosi, il maroniano che nonostante i divieti continua a sostenere la linea del «molliamo Silvio prima di andare a fondo», è sempre più nel mirino dei super-bossiani. Vorrebbero impedirgli con tutti i mezzi di presentare alle comunali di Verona una lista con il suo nome: alleata, ma distinta dal Carroccio. Lo aveva già  fatto nel 2007, e con risultati più che discreti: oltre il 16 per cento, qualcosina in più di Forza Italia e parecchio più della Lega, che si era fermata al 12. Nei giorni scorsi Bossi, cedendo alle pressioni dei fedelissimi, lo aveva pesantemente insultato, salvo poi concedere che non l’avrebbe buttato fuori: «Anzi lo aspetto lunedì in via Bellerio». Ne avrà  da aspettare: il sindaco ribelle è a New York, trasferta istituzionale, e rientrerà  solo mercoledì prossimo. Ma sulla lista non ha alcun dubbio: la farà , e non importa quel che pensa il Capo. «È una decisione non negoziabile – spiegano i collaboratori di Tosi – e neppure la minaccia di espulsione può fargli cambiare idea». Cedere, come vogliono quelli del cosiddetto “Cerchio magico” attorno a Bossi, significherebbe rinunciare a raccogliere i voti di chi, anche a sinistra, sarebbe disposto a votare per il sindaco, ma mai per un partito della coalizione. E anche a fare un bel dispetto al Pdl, a cui Tosi è sicuro di sottrarre non pochi consensi con la sua lista.
Questo il clima incandescente che precede l’atteso incontro tra Bossi e il sindaco di Verona. Clima da resa dei conti, come indica l’ondata di espulsioni che sta interessando soprattutto il Veneto, dove il segretario Gianpaolo Gobbo è ai ferri corti con Tosi, che ha già  vinto diversi congressi provinciali e si prepara a scalare la segreteria della Liga Veneta. Ad Arzignano, nel Vicentino, sono già  stati cacciati l’assessore all’urbanistica e un consigliere comunale, Umberto Zanella e Guglielmo Dal Ceredo, considerati uomini di Tosi. Come l’ex assessore provinciale di Venezia Massimiliano Malaspina, il primo a essere espulso. Che proprio ieri ha denunciato altre 17 «epurazioni» nella sezione di Chioggia. In alcuni casi di tratta di espulsione, in altri di declassamento degli “eretici” da militanti a semplici sostenitori. «La sostanza non cambia – taglia corto Malaspina – il declassamento impedisce di votare ai congressi, è chiaro che Gobbo in questo modo tenta di falsare i risultati».


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