Fiom, primo corteo dopo gli scontri “Referendum contro i licenziamenti”

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ROMA – Il corteo statico in piazza del Popolo, un lungo avvicinarsi al microfono di operai, precari, studenti, rappresentanti di fabbrica e alla fine del segretario dei metalmeccanici Maurizio Landini e della segretaria generale Cgil Susanna Camusso, viene anticipato da un «corteo ambientalmente sostenibile» (parole di Landini). Di prima mattina la Fiom lascia i pullman, quaranta, nel piazzale di Villa Borghese e scende lungo il Muro Torto: traffico del quadrante bloccato per un’ora.
Sono diecimila gli operai di Fiat e di Fincantieri a Roma, ieri. Saliti da Termini Imerese provincia di Palermo (senza lavoro a settimane), dalla provincia di Avellino (Irisbus-Iveco ne sta mandando a casa settecento più altrettanti dell’indotto), da Melfi (ancora Fiat) e scesi da Sestri Ponente e Marghera (questa è Fincantieri). C’è l’Alfa Romeo, poi Magneti Marelli e la Ferrari: «Alonso, stai con gli indignados spagnoli, ora lotta insieme a noi». Affiancano gli operai rappresentanze solide di studenti, attivisti del movimento di questa stagione e tutto l’arco dell’opposizione. Al solito il Pd si spacca. Stefano Fassina, l’uomo scelto da Bersani per il lavoro, chiede a Enrico Letta «di venire la prossima volta in piazza». Gli risponde, sopra le righe, il pari grado Marco Meloni: «Indicare nemici dei lavoratori in questa fase non è responsabile, è stato un tratto tipico di stagioni drammatiche della storia italiana».
Con un’immagine un lavoratore di Sestri Ponente disegna dal palco questa mattina “senza violenza e contro i licenziamenti”: «La classe operaia non si mette il passamontagna, cammina a testa alta». Tocca al segretario Landini. Chiede: un altro governo, notizie dei 20 miliardi di investimenti Fiat annunciati, nuovi prodotti alla catena di montaggio, le autostrade del mare per dare stimolo ai cantieri, un parco bus ecologico in tutta Italia. Lancia il referendum contro l’articolo 8, che ha semplificato i licenziamenti. Chiude: «Difendiamo i nostri diritti e la Costituzione, siamo la parte migliore del paese». I problemi salgono quando al microfono va Susanna Camusso. Si alzano fischi, da più parti della piazza. Quelli di Termini Imerese sono aggressivi, intorno a loro si schiera il servizio d’ordine della Fiom. La leader della Confederazione dice che il governo Berlusconi «è commissariato dalla Bce», definisce Marchionne «il padrone delle ferriere», metà  piazza si svuota. Un’ora prima, e ai confini della piazza, Nichi Vendola era stato spintonato da un cinquantenne brizzolato: «Pezzo di m…, i black bloc sono eroi non barbari». Scosso, il leader di Sel dirà : «Sono speculatori, parassiti, sciacalli. Hanno in testa la guerra».
I venti blindati della polizia si allontanano, il sindaco di Roma Gianni Alemanno annuncia: «Ci sarà  una proroga all’ordinanza che vieta i cortei. Le manifestazioni statiche sono un successo e non danno fastidio ai romani».


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