Italia, in 25 mila hanno un genitore in carcere
ROMA – In Italia ci sono 24.355 figli di detenuti, secondo quanto dichiarato dagli stessi reclusi. Ci sono 20.089 detenuti coniugati, 645 vedovi, 1621 divorziati, 2737 separati, 5.966 conviventi. Sono 7654 coloro che hanno un solo figlio, 8380 ne hanno due, 4922 ne hanno tre, 2049 hanno dichiarato di avere 4 figli, 750 hanno ben cinque figli, 299 sei e 301 hanno più di sei figli. Sono i dati sui detenuti che sono anche genitori aggiornati al 30 settembre 2011 forniti dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap).
“Questi numeri ci parlano di un fenomeno importante che riguarda decine di migliaia di individui adulti e minori che quotidianamente si trovano dentro e fuori dal carcere ad affrontare problemi di carattere sociale, giuridico, culturale, economico” ha commentato Lillo Di Mauro, della Onlus “Cecilia” e presidente della Consulta penitenziaria di Roma Capitale. Nel caso dei minori, si tratta, secondo di Mauro di “bambini e bambine invisibili”. Nel suo intervento, ha sottolineato che “è consuetudine esaltare la tutela del bambino e della famiglia ma nella realtà ci si dimentica di quelli maggiormente colpiti dal disagio e soprattutto di quelli che sono colpiti dalla marchiatura del carcere”.
Il problema è duplice: riguarda sia i figli minorenni di detenuti che vanno a visitarli in carcere, sia quei bambini che per legge fino a sei anni possono stare dietro le sbarre con le madri. Secondo l’ultima legge approvata la 62/2011, le detenute in carcere che siano madri di un bambino fino a sei anni di età avranno la possibilità di scontare la pena insieme ai loro figli in istituti di cura appositi o avvalendosi della custodia domiciliare, purchè non abbiano commesso particolari delitti, quali ad esempio quelli connessi alla criminalità organizzata. “E’ un passo importante ma non basta perché ancora una volta l’intervento è esercitato sul sistema penitenziario, il quale è il terminale di tutte le disfunzioni del sistema giustizia. Il problema va affrontato sul diritto penale con la depenalizzazione dei reati minori e con la necessità di misure alternative alla detenzione come la messa alla prova per gli adulti, che in 22 anni di applicazione con i minori ha dato ottimi risultati”, ha affermato Pasquale Andria, Presidente del tribunale dei minori di Salerno. Secondo il magistrato “i bambini attualmente in carcere sono pochi e sono innocenti e il problema si pone anche per uno solo”. Andria ha ricordato che i sei mesi per la definizione da parte del ministro della Giustizia dei requisiti delle casa famiglia per le madri detenute con i bimbi piccoli scadono tra un mese. “In altri casi per l’applicazione di altre leggi ci abbiamo messo anche sei anni- ha sottolineato Andria – ricordiamoci che privare il bambino dei genitori è una violazione dell’infanzia ma anche portare un bambino dietro le sbarre è una violenza”. (rc)
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