Honda, allarme delocalizzazione
ATESSA (CHIETI). «La Honda Italia vuole trasferire all’estero il cuore della produzione del motociclo: da Atessa (Chieti) in Asia, a partire da novembre dell’anno prossimo». Unanime è il grido d’allarme dei sindacati metalmeccanici, Fiom, Uilm e Fim. «L’azienda – viene detto – ha intenzione di spostare la fabbricazione dei motori dei principali modelli, Sh 125cc e 150cc, e di alcuni componenti in Thailandia e in Vietnam».
Nello stabilimento abruzzese i pezzi e i mezzi verrebbero semplicemente assemblati. «Con quest’operazione – spiega Nicola Manzi, segretario provinciale della Uilm di Chieti – 90 operai vanno fuori subito: in più si mette a rischio il futuro di circa 2.250 addetti che, direttamente o tramite indotto, lavorano per la fabbrica della Val di Sangro. A luglio – evidenzia il sindacalista – abbiamo firmato con l’azienda un patto per la competitività che ci ha portato a fare 43 giorni di cassa integrazione, perché è nostro interesse difendere l’occupazione. Con questa decisione la Honda, che ha il proprio mercato soprattutto in Italia e parliamo del 50% delle vendite, viola quel patto».
Il timore che serpeggia è quello di una futura delocalizzazione. Lo stabilimento di Atessa è l’unico di produzione europeo della casa giapponese e nel 2011 ha impiegato direttamente circa 800 operai per la realizzazione di moto e scooter. «E’ vero – sottolineano i sindacati – che dal 2007 a oggi la produzione si è dimezzata. E il trend, nel settore, continua a essere in discesa». «Secondo quanto ci è stato riferito – aggiunge il segretario provinciale della Fim Cisl, Domenico Bologna – il trasferimento della produzione farebbe risparmiare circa 300 euro sul costo di ogni motociclo, che attualmente si aggira intorno ai 3 mila. Vogliamo invece lumi – rincara – sugli investimenti e sulle strategie per questo stabilimento. Vogliamo certezze e magari nuovi modelli. È l’unica maniera per tutelare un territorio che resiste ma che sta rischiando la spoliazione».
Honda Italia è presente in Val di Sangro da 40 anni, dal 1971. «È l’unico stabilimento ad avere il 34% dei componenti che si costruisce in regione – fa presente il segretario provinciale della Fiom Cgil, Marco Di Rocco – Significa che attorno a esso ruotano decine di piccolissime ed energiche imprese che costituiscono una rete vitale per questa zona e linfa per tantissime famiglie». Rimarca Angelo D’Amario, Rsu della Fiom: «Anche dagli incontri e dai documenti che saranno esaminati nelle prossime settimane, capiremo se lo stabilimento Honda Italia continuerà a essere il centro strategico di Honda in Europa».
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