Il caporale Shalit torna a casa
GERUSALEMME. Ci vorranno poche ore oggi per realizzare lo scambio di prigionieri tra Israele e Hamas che vedrà il ritorno a casa del caporale Ghilad Shalit, prigioniero a Gaza dal 2006, e 477 detenuti politici palestinesi, tra i quali 27 donne. È la prima fase dell’accordo tra Israele e il movimento islamico che prevede la scarcerazione di altri 550 palestinesi entro due mesi e che potrebbe vedere anche un’intesa tra Israele e l’Egitto. Il premier Netanyahu si preparerebbe a liberare anche 81 egiziani (quasi tutti criminali comuni) scambiandoli con due israeliani: Ilan Grapel, arrestato nei mesi scorsi in Egitto e accusato di spionaggio, e Oda Tarabin. Beduino di nazionalità israeliana, Tarabin, 31 anni, sta scontando 15 anni per aver trasmesso informazioni militari a Israele e aver tentato di reclutare egiziani per conto del Mossad. Secondo l’agenzia egiziana Mena, lo scambio rientrerebbe in uno «sforzo» per allentare le tensioni tra il Cairo e Tel Aviv – esplose dopo l’uccisione ad agosto di cinque guardie di frontiera egiziane – che prevede anche il ritorno dell’ambasciatore israeliano in Egitto dopo un’assenza di circa un mese, in seguito all’assalto all’ambasciata dello Stato ebraico.
Durante la notte gli israeliani hanno cominciato a trasferire verso la frontiera con l’Egitto i detenuti che faranno ritorno a Gaza. Con loro sono partiti anche i 40 palestinesi che verranno esiliati in Siria, Qatar e Turchia – secondo quanto rivelato in un’intervista dal numero 2 dell’Ufficio politico di Hamas, Musa Abu Marzuk – e le altre decine di prigionieri residenti in Cisgiordania che invece verranno confinati a Gaza. Abu Obeidah portavoce di «Ezzedin al Qassam», il braccio armato di Hamas, ha aggiunto che Israele e Egitto si incontreranno una volta all’anno per rivedere lo status dei palestinesi costretti all’esilio o confinati a Gaza. Gli altri detenuti scarcerati torneranno in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Sei, con cittadinanza israeliana, andranno in Galilea. Nelle carceri israeliane però andrà avanti lo sciopero della fame dei prigionieri politici palestinesi, cominciato il 27 settembre, nonostante il peggioramento delle condizioni di salute di alcuni, tra cui il segretario generale del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, Ahmad Saadat. Secondo il ministro palestinese, Issa Qaraqe, le autorità israeliane domenica avrebbero trasferito Saadat dalla sua cella di isolamento all’infermeria del carcere di Ramla.
Lo scambio di prigionieri ieri ha dato vita ad un acceso confronto dinanzi alla Corte Suprema di Israele, tra il padre di Ghilad Shalit, Noam, e i famigliari di alcune vittime di attentati, promotori del ricorso contro l’accordo fra il governo e Hamas. Questi ultimi hanno chiesto d’annullare lo scambio che giudicano «un insulto alla memoria dei loro congiunti». Hanno anche fatto i nomi di alcuni detenuti che non vorrebbero vedere liberi in alcun caso: Ahlam Tamimi, complice di un attentatore suicida in una pizzeria di Gerusalemme nel 2001; Amneh Muna, responsabile dell’uccisione di un 16enne nel 2001; Walid Anajas mente dell’attacco contro il «Moment Cafè» di Gerusalemme nel 2002; e Husam Badran organizzatore dell’attentato del 2001 contro il delfinario di Tel Aviv. Da parte sua Noam Shalit ha chiesto ai giudici di respingere i ricorsi, per consentire al figlio di tornare libero dopo cinque anni. In un messaggio Netanyahu ha scritto di «comprendere il dolore» delle famiglie delle vittime ma ha difeso le ragioni dell’accordo con Hamas.
Tra i cittadini israeliani il consenso allo scambio è alto, nonostante la campagna contraria svolta da alcuni importanti mezzi d’informazione. Ieri sera apparivano nulle le possibilità che la Corte suprema accogliesse il ricorso. Per questo sono andati avanti senza sosta nel minuscolo villaggio di Mitzpeh Hila (Alta Galilea) i preparativi dei festeggiamenti previsti per il ritorno, già questo pomeriggio, di Shalit. Il soldato dopo essere stato consegnato all’Egitto, verrà portato in un campo militare dall’altra parte del confine e, appena completate le visite mediche, verrà trasferito in un’altra base nel centro di Israele dove incontrerà i genitori. Infine andrà in elicottero a Mitzpeh Hila. E grandi si annunciano anche i festeggiamenti nei Territori occupati palestinesi. Dal podio allestito da Hamas nel parco di al-Katiba di Gaza city, il premier di Hamas, Ismail Haniyeh, darà il benvenuto ai detenuti rilasciati che arriveranno dal valico di Rafah in autobus. Quindi parlerà Yahya Al Senuar, delle Brigate Ezzedin al Qassam, condannato a 25 ergastoli, a nome di tutti i detenuti liberati. I cisgiordani esiliati a Gaza saranno ospitati per un mese in albergo e riceveranno uno stipendio mensile come ex prigionieri politici.
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