Caritas: crescono i nuovi poveri, +13,8%
Il fenomeno dei ‘nuovi poveri’ prende sempre piu’ forma negli anni. Si tratta di persone che, diversamente dagli anni passati, risiedono stabilmente in una casa, lavorano e vivono in un nucleo familiare. Fra i nuovi poveri ci sono i giovani. Il 20% delle persone che si rivolgono ai Centri di ascolto ha meno di 35 anni. In soli cinque anni, dal 2005 al 2010, il numero di giovani e’ aumentato del 59,6%. Il 76,1% (era il 70% nel 2005) di questi non studia ne’ lavora.
+80,8% RICHIESTE DI AIUTO ECONOMICO – In quattro anni (2007-2010) sono aumentate dell’80,8% le richieste di aiuto economico rivolte ai Centri di Ascolto delle Caritas Diocesane. Sono aumentate del 19,8% (69,3% al sud) le persone che si sono rivolte ai centri. Lo afferma l’11/o rapporto Caritas-Fondazione Zancan, presentato oggi, in cui si ricorda che l’Istat fissa al 2010 a 8.272.000 le persone povere (13,8% della popolazione); nel 2009 erano 7.810.000 (13,1%). Fra gli italiani, con un +42,5% – afferma il rapporto odierno dall’emblematico titolo ‘Poveri di diritti’ – si e’ registrato l’incremento maggiore delle persone che si sono rivolte ai centri mentre fra gli stranieri si e’ avuto il +13,9%.
Al primo posto fra i problemi segnalati c’e’ la poverta’ economica, seguono i problemi occupazionali ed abitativi; al quarto posto, i problemi familiari. Nel complesso, in 4 anni e’ aumentata dell’83,1% la richiesta di coinvolgimento di soggetti esterni (come gruppi di volontariato, enti pubblici o privati, persone o famiglie, parrocchie). Forte anche l’aumento delle richieste di sussidi economici (+80,8%) e di consulenze professionali (+46,1%).
Diminuiscono invece le richieste di sostegno socio-assistenziale (-38,6%) ma anche quelle di lavoro (-8,5%). Rispetto alle risposte fornite dalla Caritas, aumenta il coinvolgimento di soggetti terzi (+90%) come anche l’erogazione di sussidi economici e di beni primari: rispettivamente, +70% e +40,8%. Dalla fotografia del rapporto cambia il volto della poverta’ che ora coinvolge ”pesantemente l’intero nucleo familiare: tutti si trovano a vivere, in modo diversi, una condizione di stress e di sofferenza, anche se le donne e i giovani pagano il prezzo piu’ alto”.
Ad esempio, nel 2004 il 75% dei problemi si riferiva ai bisogni di carattere primario (casa, cibo, sanita’, ecc.), nel 2010 tale valore ha raggiunto l’81,9% mentre le problematiche post materiali (come disagio psicologico e dipendenze) passano dal 25 al 18,1%. La questione abitativa diventa un”’emergenza” i cui problemi in 4 anni sono aumentati del 23,6%. Altro dato in forte aumento: dal 2005 al 2010, il numero dei giovani che si e’ rivolto ai centri e’ aumentato del 59,6%; il 76,1% (era il 70% 5 anni prima) di questi non studia ne’ lavora. Particolarmente vulnerabili si confermano gli stranieri che rappresentano il 70% delle persone che si rivolgono ai centri. Secondo un campione degli operatori della Caritas, il disagio maggiore e’ fra gli immigrati che vivono da soli in Italia, quelli di sesso maschile, con eta’ compresa fra i 25 e 44 anni. In genere hanno problemi di lavoro (66,4%) e situazioni di poverta’ economica (62,5%).
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