Nuovi scontri a Tripoli Il raìs: “Bruciate i pozzi”
Il combattimento è durato poco: dopo le prime raffiche nel quartiere è arrivato almeno un migliaio di ribelli, con pickup dotati di mitragliatrici e lanciarazzi. La sparatoria è stata intensa, ma attorno alle 18.30 era tutto finito. Mufta Abu Haktwah, comandante della neonata “Sicurezza patriottica”, ha parlato di una decina di arresti, nostalgici che abitavano proprio nel quartiere. «Vogliono creare il caos, dimostrare che non c’è sicurezza a Tripoli», ha aggiunto. Il bilancio finale è di un miliziano morto, i feriti ricoverati nell’ospedale di Shara Zawiyah sono una quindicina. In città è tornata un po’ di tensione, sono riapparsi i checkpoint, ma le attività quotidiane vanno avanti comunque.
Mentre i lealisti resistono a Sirte – colpita ieri dall’aviazione della Nato – le ultime voci danno il colonnello Gheddafi rifugiato nelle zone desertiche del sud. Il suo portavoce Moussa Ibrahim ha lanciato un appello ai fedelissimi perché colpiscano le condutture di gas e petrolio che collegano la Libia con l’Europa e «riforniscono i paesi colonizzatori della Nato».
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