Riforma assistenziale stroncata dalla Corte dei conti. Fish: “Finalmente!”

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ROMA – “Per una volta non abbiamo nulla da aggiungere, salvo esprimere la soddisfazione di leggere motivazioni che da anni sosteniamo espresse dal massimo organo di giurisdizione contabile”. Così il presidente della Fish Pietro Barbieri commenta la “stroncatura” della Corte dei Conti al disegno di legge delega di riforma fiscale e assistenziale al vaglio in questi giorni della Commissione Finanze della Camera.

La Fish, sorvolando sulla parte fiscale e sulle pesanti critiche ad essa riservate, sottolinea in particolare il giudizio espresso sulla parte assistenziale, giudicata, “più che una riforma, un obiettivo di risparmio e di taglio dagli esiti incerti e dagli effetti imponderabili”. Nella spesa sociale c’è “ben poco da risparmiare” e “poco praticabile sarebbe anche l’applicazione di limiti reddituali e patrimoniali per la concessione dell’indennità  di accompagnamento e per le pensioni di invalidità ”. La Fish sottolinea che “su queste prestazioni monetarie la Corte annota come esse facciano parte di “una politica nascosta di contrasto alla povertà , compensativa di un’offerta di servizi non sempre adeguata e uniformemente distribuita sul territorio”. In sostanza, viene spiegato dalla Corte, il rischio è che il risparmio ottenuto si ripresenti come esigenza di servizi adeguati ad una prevedibile impennata del fenomeno della non-autosufficienza.

La Fish fa notare anche le “osservazioni molto critiche” espresse sul “fondo per l’indennità  sussidiaria” che, come prevede il disegno di legge, dovrebbe essere ripartito fra le regioni con “standard definiti in base alla popolazione residente e al tasso d’invecchiamento della stessa nonché a fattori ambientali specifici”. Secondo la Corte, il contingentamento della spesa per l’indennità  di accompagnamento ribalta sulle regioni l’onere di compensare tutte le esigenze assistenziali e di sostegno che si presenteranno in futuro. Quanto poi alla questione dei livelli essenziali di assistenza si rischia, secondo la Corte, di portare ad una ulteriore compressione delle politiche a sostegno dei non autosufficienti. Del resto, la Corte rammenta anche come gli interventi di assistenza abbiano subito, negli ultimi anni, rilevanti tagli: “Il mancato rifinanziamento del fondo per le autosufficienze, la riduzione degli stanziamenti per il fondo politiche sociali e per la politica abitativa hanno già  sensibilmente inciso sul quadro degli interventi in ambito locale”.
 

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