Chiusa la Conferenza europea. “L’Europa sostenga l’energia del volontariato”

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GORIZIA – “L’Anno europeo del volontariato è stato un anno straordinario, capace di valorizzare il volontariato come un’energia che muove 100 milioni di persone, ovvero il 20% della popolazione europea: dobbiamo riuscire a capitalizzare questa energia e sostenerla anche nei prossimi anni, ampliando la platea dei paesi coinvolti su questi temi oltre quelli dell’Unione”. Alle parole di Luca Jahier, presidente Gruppo III del Comitato Economico e Sociale Europeo è stata affidata ieri la conclusione della Conferenza internazionale del volontariato di Gorizia, promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia e organizzata dal CSV Friuli Venezia Giulia in collaborazione con CSVnet (Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato).

Diverse sono le sfide che Jahier ha evidenziato come cruciali per lo sviluppo futuro del volontariato: individuare punti di riferimento condivisi fra paesi europei e transfrontalieri, per lo scambio di buone prassi al fine di scongiurare un modello di volontariato standard; definire strumenti seri e condivisi per misurare l’impatto del volontariato in Europa, a partire dall’adozione del Manuale Oil per la misurazione del lavoro volontario; potenziare le forme di scambio dei giovani volontari europei.
Importanti contributi sono inoltre emersi dai quattro gruppi di lavoro (Giovani e partecipazione; Invecchiamento attivo; Diversità  e cittadinanza; Bisogni speciali e inclusione) che hanno coinvolto i rappresentanti provenienti da 14 diversi paesi, inclusi alcuni che a livello istituzionale non si riconoscono, come la Serbia e il Kosovo.

Tra le proposte avanzate: promuovere un quadro normativo trasversale a tutti i livelli istituzionali dei paesi europei e dell’Europa Sud Orientale per riconoscere i diritti dei volontari e le modalità  dell’azione volontaria; incoraggiare un finanziamento sostenibile del Volontariato e delle sue organizzazioni; favorire gli scambi e l’adozione di buone prassi in tutti gli ambiti d’intervento sociale; favorire il volontariato come strumento di inclusione sociale e di valorizzazione delle minoranze; armonizzare i processi di raccolta dati, soprattutto sull’impatto economico del volontariato e valorizzare le competenze ottenute con le esperienze di volontariato.
“La richiesta è quella di considerare il volontariato come diritto di persone di ogni età  e di ogni condizione sociale, per poter garantire a tutti la possibilità  di informarsi e di impegnarsi.  Le Istituzioni devono sostenere il lavoro dei Centri per il Volontariato anche in zone remote e con programmi specifici per giovani, anziani e minoranze.

 

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