Milano, 25mila in piazza con Libertà  e Giustizia “Più dignità  per l’Italia”

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MILANO – «Diranno che siamo dei radical-chic. Diranno che siamo dei moralisti. Dei giustizialisti. Diranno che questa è una piazza antipolitica o apolitica. No, questa è una piazza prepolitica, perché da qui parte una domanda ai nostri partiti politici di riferimento, quali che essi siano, affinché recuperino la loro vera funzione politica». Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte Costituzionale, conclude in mezzo a uno sventolio di bandiere tricolori la gremitissima manifestazione “Ricucire l’Italia”, promossa da Libertà  e Giustizia, all’Arco della Pace di Milano. E conclude dopo avere tirato una stoccata al ddl sulle intercettazioni all’esame della Camera: «In democrazia – ha spiegato il giurista – è importante conoscere anche ciò che è penalmente irrilevante».
Almeno 20-25mila persone, molte di più di quanto potessero sperare le più ottimistiche previsioni degli organizzatori, si sono raccolte in mezzo al verde del Parco Sempione, sotto a un cielo particolarmente terso e luminoso, spazzato dal vento, per «dare spazio a quanti, ago e filo in mano, vogliono un abito dignitoso per il Paese».
Una manifestazione particolarmente intensa, per il clima appassionato, la voglia di partecipazione e la qualità  degli interventi. Per più di quattro ore sul palco hanno preso la parola, intellettuali, artisti, giornalisti, esponenti della società  civile. Dopo i saluti della presidente di Libertà  e Giustizia, Sandra Bonsanti, il sindaco Giuliano Pisapia è stato accolto da un boato di entusiasmo della piazza, che ha ricordato i giorni del suo trionfo su Letizia Moratti alle ultime elezioni amministrative. Poi hanno preso la parola, tra gli altri, il premio Nobel Dario Fo, il costituzionalista Valerio Onida, lo storico Paul Ginsborg, il presidente dell’Anpi Carlo Smuraglia, i giornalisti Michele Serra, Bice Biagi, Claudio Fava, Marco Travaglio. Particolarmente seguita la videotestimonianza di Roberto Saviano.
Numerosi i momenti di satira politica che hanno evocato la fine politica ormai imminente di questo governo. Dario Fo ha regalato alla platea un piccolo spettacolo esilarante. Ha finto di piangere e lamentarsi disperato, sul palco: «Sono triste perché lui è andato via, in Russia, da Putin – ha singhiozzato. – Mi mancheranno la sua cultura, la sua raffinatezza, le favole che solo lui sa raccontare…» Poi citando una celebre pantomima di Buster Keaton ha ricordato la storia di un superministro di una fantomatica repubblica delle banane che, non avendo più il coraggio di presentarsi di fronte al suo popolo, manda in sua sostituzione una statua. Ma la statua crolla e crolla il suo intero palazzo. «E la gente ride, sghignazza, fa festa – racconta Fo – e urla “finalmente è crollato! E’ crollato! Che bel sogno»! Michele Serra invece ha fatto divertito la platea con un gioco-quiz politico. Scoprire tra dieci notizie surreali, allucinanti, riguardanti il nostro Presidente del Consiglio, quali erano le nove vere e quale quella falsa.


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