“Bonsu vittima di un pestaggio razzista” condannati gli otto vigili di Parma

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PARMA – Chiuso in un lungo silenzio, Emmanuel accenna un lieve sorriso dopo la lettura della sentenza. È il padre Alex a parlare per lui: «Finalmente si è fatta giustizia e tutti ora sanno che aveva ragione mio figlio». Dopo tre anni – senza mai un cenno di scusa da parte del sindaco pidiellino di Parma – il caso Bonsu (rivelato per la prima volta dalla redazione di Parma di Repubblica) ha un primo verdetto: gli 8 vigili che lo hanno picchiato, insultato e chiamato ripetutamente “negro” sono stati condannati ad un totale di 40 anni di carcere. «Pagano per ciò che hanno fatto. Ora è tutto difficile per lui, sta provando a ricominciare a studiare». Emmanuel Bonsu, giovane studente ghanese cresciuto a Parma porta ancora i segni di quella terribile sera del 29 settembre 2008. Per mesi è stato aiutato da uno psicologo, non riesce a dimenticare. Allora 22 enne, stava attendendo l’inizio della lezione serale nel parco vicino a scuola. Quattro vigili del nucleo speciale antidroga, senza mostrare il distintivo, lo identificarono come “il palo del pusher” e gli puntarono addosso le pistole: il ragazzo cercò di scappare ma fu atterrato e pestato, ammanettato e condotto al comando. Con un occhio tumefatto, spogliato dei vestiti, alla “scimmia” come lo chiamavano gli agenti fu ordinato di eseguire delle flessioni con una bottiglietta d’acqua sulla testa. Poi, l’ennesimo insulto di stampo razzista: uno dei vigili, il giovane Pasquale Fratantuono, si fece fotografare con lui. Era il suo trofeo. Oggi, in aula, prima della sentenza che lo condannerà  a 7 anni e 9 mesi di pena, Fratantuono piangeva a catinelle. Poche parole interrotte dalle lacrime: «Mi rammarica sapere che qualcuno ha sofferto». Eppure lui stesso, prima di lasciare andare il ragazzo, quella notte gli consegnò sprezzante la busta del Comune con i documenti del fermo: sopra c’era scritto “Emmanuel Negro”. Un’aggravante di discriminazione razziale che è stata riconosciuta anche a Mirko Cremonini, 3 anni e sei mesi di reclusione. Due a Graziano Cicinato, sei anni e 8 mesi all’ispettore Stefania Spotti, più di quattro anni di detenzione ad Andrea Sinisi e Giorgio Albertini, mentre Marco De Blasi è stato condannato a tre. Pene pesanti anche per l’ex vice comandante Simona Fabbri, 7 anni e sei mesi di reclusione. Dovranno dare oltre 135mila euro alla famiglia Bonsu, ma difficilmente passeranno il loro futuro in cella. «Quel maledetto giorno ha danneggiato tutti – dice l’avvocato del Comune fuori dal tribunale – la città , l’amministrazione, il corpo dei vigili urbani». Da quella aggressione di puro razzismo, mai riconosciuta dalle istituzioni, è iniziato il declino della giunta di Parma sino alle dimissioni del sindaco. «Ma oggi è ancora mio figlio che continua a pagare», ribatte il padre di Emmanuel.


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