Bonomi rastrella azioni Bpm e punta al 10%

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MILANO – Più si avvicina l’ora X e più cresce la tensione all’interno della Bpm. Oggi c’è il consiglio di amministrazione in cui il presidente Massimo Ponzellini ha aggiunto all’ordine del giorno le «questioni relative alle promozioni del personale e le eventuali delibere conseguenti», riferendosi al documento datato luglio 2010 in cui i sindacati si spartivano carriere e percorsi privilegiati in banca.
Ma nel frattempo si sta scaldando pure il fronte dei potenziali cavalieri bianchi pronti a scendere in campo. Anche su sollecitazione della Consob – che gli ha chiesto dichiarazioni immediate invece che nei normali termini di legge – è venuto allo scoperto Andrea Bonomi, dichiarando una quota della banca del 2,6% attraverso più veicoli riconducibili a Investindustrial. Non solo: secondo quanto riferiscono fonti finanziarie, Bonomi starebbe valutando di salire fino al 9,9% della Bpm, soglia oltre la quale occorre l’autorizzazione di Bankitalia. Continuare o meno con gli acquisti, riportano le agenzie di stampa, sarebbe legato «alla chiusura definitiva dell’accordo con i dipendenti-soci sulla futura governance dell’istituto». L’asse con l’associazione Amici, del resto, è cementato anche se, per il momento, non ha ancora trovato un sbocco concreto nella presentazione delle liste per il consiglio di sorveglianza. Organo frutto del nuovo Statuto che verrà  approvato nell’assemblea del 22 ottobre e che per il momento è fermo in Banca d’Italia, in attesa del parere e delle eventuali riscritture che l’organo di vigilanza dovesse chiedere.
Nel frattempo ieri è stata la Consob a chiedere lumi all’associazione Amici: in forza dell’articolo 115 del Tuf, ha domandato agli Amici l’elenco dei propri associati; ove non avesse risposta, ci sarebbe l’ostacolo all’autorità  di vigilanza. L’obiettivo è di ricostruire il più fedelmente possibile la mappa di chi esprime il management della banca; per la stessa ragione, la Consob ha chiesto anche altro materiale su eventuali accordi, che possano influire sulla gestione e organizzazione interna della Bpm. La Consob ha rivolto quesiti espliciti anche alla Sator di Matteo Arpe, che ha dichiarato di non aver nessuna comunicazione da fare su eventuali quote nella Bpm.
Chi invece rivendica a pieno titolo il diritto – invocando anche il proprio Statuto interno – di indicare una lista di maggioranza per il Cds è l’associazione Amici. Oltre ad indire elezioni per i propri organi di rappresentanza, per novembre, ieri è stato comunicato che «sarà  predisposta a cura degli organismi direttivi in carica anche una lista di candidati per le nomine del nuovo consiglio di sorveglianza». Non è detta che sia l’unica, che aspira alla maggioranza (11 consiglieri su 17 oltre a due posti riservati al Credit Mutuel e alla Fondazione Alessandria): secondo quanto si apprende, la possibilità  di un’altra lista sarebbe allo studio da parte dei vertici nazionali della Fabi, in accordo con la Fiba e, forse, della Fisac. Il suo segretario nazionale, Agostino Megale, ieri ha incontrato il presidente della Bpm, Ponzellini, dichiarando alla fine: «Auspico una lista unitaria, composta di competenze ed eccellenze, finalizzata a comporre il futuro consiglio di sorveglianza della Banca Popolare di Milano». Liste di minoranza verranno presentate anche dai soci non dipendenti e dall’associazione pensionati.


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