A Sesto “visita” notturna in Comune, spiati documenti

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MILANO – Una strana irruzione notturna negli uffici del Demanio del comune di Sesto San Giovanni. Nella cittadina, cioè, al centro dell’inchiesta della procura di Monza sulla tangentopoli che coinvolge il Pd (ora sospeso) Filippo Penati. A denunciarla è stata, ieri, l’amministrazione comunale: «Ignoti si sono introdotti negli uffici al piano terra della sede comunale. Stranamente, pur avendo a disposizione telefoni cellulari e computer portatili, non hanno rubato nulla». Gli intrusi, che non hanno trovato grossi ostacoli per entrare, hanno acceso un portatile e rovistato qua e là  tra le scrivanie, senza portare via nulla. Negli uffici sono custoditi contratti per la manutenzione degli stabili e dei terreni demaniali e documenti che riguardano, sia pure marginalmente, l’area Falck e il Palasesto, i due luoghi che ricorrono spesso nelle indagini del pm Walter Mapelli sul “sistema Sesto”. I carabinieri, che indagano sull’episodio, tendono però a escludere collegamenti diretti con quell’indagine.


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Il valore della famiglia nei piani del governo

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Per una volta, senza volerlo, Berlusconi ha detto la verità . È vero infatti che le politiche del suo governo hanno rafforzato il ruolo della famiglia. Nel senso che, avendo ridotto le risorse per i servizi alla persona e l’offerta educativa della scuola pubblica in termini di contenuti e di tempo, pressoché eliminato il fondo per l’affitto, non provveduto ad adeguare il sistema di protezione sociale ad un mercato del lavoro flessibile dove la precarietà  e la disoccupazione colpiscono soprattutto i giovani, ha di fatto rafforzato il ruolo della solidarietà  famigliare.

Monti nel silenzio della politica

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In politica, insegnava Aldo Moro, anche i silenzi parlano, mentre le parole sono pietre. Perché, allora, sino a ieri nessuno ha ricordato che Mario Monti è stato nominato senatore a vita poco prima di ricevere l’incarico di Presidente del consiglio da Napolitano? In verità  già  la scelta di assegnare al cittadino Monti il seggio senatoriale per «altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario» (così si esprime l’articolo 59 della nostra Costituzione) poteva apparire una forzatura, in vista dell’approssimarsi della scelta del nuovo Presidente del Consiglio.

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