Diktat di Bankitalia sulla governance Bpm
MILANO – Vigilia carica di tensione alla Bpm, con trattative frenetiche probabilmente destinate ad andare avanti tutta la notte. Fino ad un momento prima dell’inizio del cda della tribolatissima popolare, infatti, andrà in onda il tira e molla per riscrivere lo Statuto nel tentativo di salvare il più possibile i privilegi che gli Amici – cioè l’associazione dei soci-dipendenti della banca – hanno mantenuto finora.
Ma le poche certezze dicono che la bozza arrivata ieri mattina in Banca d’Italia, e presentata dal presidente Massimo Ponzellini e dal direttore generale Enzo Chiesa, non andava bene all’istituto di vigilanza. Anzi, c’è chi dice che l’incontro, durato abbastanza poco, sia stato piuttosto secco da parte del vice direttore generale della Banca d’Italia Anna Maria Tarantola. Che, in poche parole, sarebbe tornata a sottolineare con forza la necessità di separare nettamente i ruoli e i compiti di consiglio di sorveglianza e del consiglio di gestione dall’abbraccio sempre più soffocante dell’associazione Amici, che forte di circa il 4% della Bpm finora ha tenuto in mano la vita della banca (carriere e retribuzioni comprese). Sembra che i vertici di Bankitalia siano arrivati a paventare come molto concreta l’ipotesi di un commissariamento, ove oggi non esca dal cda un sì chiaro alla nuova governance, retta su un sistema duale semplice ed efficace.
E proprio qui le cose si ingarbugliano. «Il gioco delle tre carte che il presidente della Bpm, Ponzellini, ha realizzato anche nella costruzione della riforma della governance e dello statuto non è accettabile anzi è dannoso», hanno detto in una nota congiunta Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, insieme al numero uno della Fisac-Cgil, Agostino Megale, e della Camera del lavoro di Milano, Onorio Rosati. Eppure ieri, dopo una giornata di limature del nuovo statuto, a quanto si apprende sono ripartite le trattative, più o meno sottobanco, prima da parte di Ponzellini, poi con la partecipazione – sembra – dello stesso Chiesa, di ritorno in serata da Roma.
Al punto che il consulente degli Amici, Umberto Bocchino, si potrebbe recare stamani in Bankitalia, per l’ultimo confronto con la vigilanza prima del cda, chiamato in teoria a varare il nuovo sistema duale ma anche l’importo definitivo dell’aumento di capitale (e la fusione della Alessandria nella Legnano). Non è nemmeno detto che oggi la proposta di modifica dello Statuto sia una sola: ieri infatti anche i consiglieri che fanno riferimento ai soci non dipendenti (nonché quelli vicini ai pensionati) sono stati ricevuti dalla Tarantola. Contrari al duale, hanno spiegato le loro posizioni e potrebbero presentare a loro volta una bozza, integrata dalle annotazioni fatte da Bankitalia (ad esempio, la necessità di inserire la figura dell’amministratore delegato).
Dunque, un nuovo elemento di tensione all’interno di un cda che sulla carta dovrebbe essere invece risolutivo. E che ha sullo sfondo la possibilità del commissariamento da un lato e delle dimissioni (sembra minacciate) da parte di Ponzellini.
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