L’avvertimento della Merkel ai tedeschi: se crolla la moneta unica, Europa a rischio

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Non a caso la cancelliera ha anche nuovamente chiesto ai membri della coalizione di «pesare molto attentamente le parole per non innervosire i mercati». E’ la seconda volta che lo fa, ma ne ha tutte le ragioni perché non è affatto escluso che il partito liberale, uscito umiliato dalla elezioni di Berlino (in cui ha ottenuto solo l’1,8% dei voti, rimanendo fuori dal Parlamento del Land), voglia ulteriormente accentuare quella linea euroscettica che lo ha sempre più caratterizzato in questa ultima, nervosa fase della situazione politica tedesca.
Il bersaglio della cancelliera è ancora il ministro dell’economia Philipp Rà¶sler, liberale, che aveva provocato un putiferio una settimana fa sollevando apertamente l’ipotesi di un default della Grecia. Parole dette in un’intervista, non concordate nemmeno con i suoi consiglieri, che hanno provocato la dura reazione del ministro delle Finanze Wolfgang Schà¤uble dei leader storici della Cdu, costretto a ricordare di essere lui quello che decide sulle questioni legate all’euro e sulla politica fiscale del governo. Ma questa è storia di ieri. Quello che accade oggi è che la cancelliera ha bisogno di mettere in condizioni di non nuocere un partito deluso che attraversa una forte crisi di credibilità  e di uomini. «Rà¶sler continuerà  a diffondere le sue idee conflittuali ma starà  attento a non spingersi troppo avanti perché non vuole che il governo cada», è la previsione parzialmente tranquillizzante per la Merkel di Gero Neugebauer, analista politico della Freie Università¤t di Berlino.
I problemi per la cancelliera comunque non sono pochi. Il suo intervento di oggi è servito anche a tentare di contraddire tutti quelli (come il quotidiano «Sà¼ddeutsche Zeitung») che dopo il voto di Berlino hanno parlato della necessità  di «cercare nuovi partner per continuare a governare». «Proseguiamo il nostro lavoro», ha detto, senza dimenticare di esprimere soddisfazione per i risultati del voto nella capitale tedesca: una città  saldamente nelle mani del sindaco socialdemocratico Klaus Wowereit ma dove la Cdu non ha perso consensi, come ha invece fatto in tutte le altre elezioni regionali di quest’anno.
Ma una cosa è il governo, un’altra il Parlamento, chiamato il 29 settembre a ratificare l’aumento di competenze e di dotazioni del fondo salva-Stati deciso dal vertice dell’Unione europea. Sono una ventina i deputati che fino a questo momento non hanno nascosto il loro dissenso, non solo nel partito liberale ma anche nella Csu (l’ala bavarese del partito della Merkel), il cui leader Horst Seehofer, dopo alcune recenti esternazioni, forse preoccupa la cancelliera più del ministro liberale Rà¶sler. L’opposizione voterà  a favore (i Verdi lo hanno annunciato ieri) ma uno scenario di questo genere sarebbe catastrofico per la Merkel. «Voglio una mia maggioranza. E’ il mio obiettivo — ha detto — non solo per questa ma per tutte le decisioni presentate dal mio governo». La battaglia continua.


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