Torino, manovre in fondazione Le ipotesi per Chiamparino

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MILANO — A Torino i motori si stanno già  scaldando. Ma non si tratta, come pur sarebbe lecito aspettarsi, di vicende o competizioni automobilistiche. Bensì di nomine in banche e fondazioni. Partite che si intrecciano: in primavera scadono i vertici della Compagnia di San Paolo, l’ente maggior azionista di Intesa Sanpaolo con il 9,72%, e più o meno nello stesso periodo verrà  rinnovato il board di Unicredit, che a Torino ha uno dei suoi soci maggiori e influenti, la Crt con il 3,31%. E proprio di quest’ultima fondazione arriverà  il tempo delle nomine nella primavera 2013. Un orizzonte temporale ampio e la cui visibilità  oggi è resa senz’altro più incerta dalle incognite rappresentate dai mercati, ma soprattutto dalla politica.
Ed è la politica a guardare con grande attenzione a questi dossier, che riguardano i maggiori soci domestici delle due maggiori banche italiane. Nessuno si stupisce dunque se fra chi sta appunto scaldando i motori con la dovuta lungimiranza c’è il sindaco pd di Torino, Piero Fassino. Così come non è certo una sorpresa se al centro dei rumor da qualche tempo c’è l’ex sindaco del capoluogo torinese, Sergio Chiamparino. Che l’anno scorso si è speso non poco nella singolare partita delle nomine in Intesa Sanpaolo, nel corso della quale non è rimasta sottotraccia la contrapposizione con il presidente della Compagnia di San Paolo, Angelo Benessia. Nel rush finale il gradimento di Chiamparino per la presidenza del consiglio di gestione della banca al posto di Enrico Salza era andato all’ex ministro del Tesoro Domenico Siniscalco. Che però si è ritirato dalla «gara» in polemica con la fondazione.
Ebbene, da tempo si parla di un’ipotesi Chiamparino per la Compagnia. E se ne delinea il possibile sostegno di Fassino, considerata anche l’importanza per la città  della fondazione e della banca, che fin dalla fusione ha vissuto l’equilibrio fra Milano e Torino come uno dei punti più delicati per la governance. Chiamparino, che pure non nasconde la sua preferenza per un futuro più legato alla politica in senso stretto, non ha negato un interesse per un ruolo nelle fondazioni. Quando, prima della scadenza del suo mandato, il «Corriere della Sera» gli ha chiesto se riteneva possibile per il suo futuro da ex sindaco una carica alla testa di uno dei grandi enti torinesi, lui ha risposto così: «Il mondo delle fondazioni mi interessa, coltiva con la gente e i territori lo stesso legame di un municipio». Aggiungendo però con prudenza: «Ma non so se ne sarei capace».
La partita del rinnovo dei vertici della Compagnia di San Paolo appare tutt’altro che scontata, soprattutto dopo le divisioni e le decisioni che hanno caratterizzato l’azione di socio forte in Intesa in fasi delicate come quella delle nomine. Ma, sebbene più lontana, l’attenzione non è minore sull’altra partita torinese, quella che si giocherà  sulla Crt. Azionista importante di Unicredit, la fondazione oggi presieduta da Andrea Comba esprime in Piazza Cordusio il vicepresidente Fabrizio Palenzona, che esercita in banca (e non solo) una sicura influenza. Il rinnovo dei vertici nella primavera 2013 è ancora sullo sfondo, ma già  qualche tempo fa ci sarebbero stati contatti tra Fassino e i vertici della Crt proprio in relazione a una possibile ipotesi Chiamparino. Per l’ex sindaco di Torino un ruolo in fondazione sembra dunque tutt’altro che una possibilità  remota. Sempre che il treno della politica non lo «rapisca» prima.


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