“Per Finmeccanica e Protezione civile ho parlato a Guarguaglini e Bertolaso”

Loading

BARI – Per sedersi al tavolo del Gioco Grande delle commesse pubbliche, per mettere le mani su un affare che vale 280 milioni di euro e che prevede di entrare in una società  di Finmeccanica che dovrà  ricevere un appalto della Protezione Civile, Gianpaolo Tarantini ha bisogno dell’uomo di cui ha afferrato e ormai governa l’ossessione sessuale. Silvio Berlusconi. Che, docile, ne asseconda l’ambizione. Di più. Se ne fa parte dirigente. Anche perché, in quell’affare è previsto che una fetta se la ritagli suo fratello Paolo, insieme all’imprenditore di aerea dalemiana Roberto De Santis. «Ci penso io», dice dunque il Presidente. Anche perché i commis d’Etat cui l’imprenditore cocainomane chiede accesso – Guido Bertolaso, in quel momento sottosegretario di Stato e capo del Dipartimento della Protezione Civile e Piefrancesco Guarguaglini, allora presidente e amministratore delegato di Finmeccanica – sono tipi che non fanno domande. Obbediscono solerti. Non si sognano di chiedere chi diavolo sia quello sconosciuto trentenne cui va consegnata una fetta di denaro pubblico, di cui loro dovrebbero essere trasparenti e attenti gestori. E perché debba entrare in una partita così grossa. E per conto di chi giochi. Se in proprio o meno.
Guardiamo dunque cosa accade alle 18 e 15 del 13 novembre 2008. Tenendo presente il prologo. Nella notte tra il 12 e il 13, venti minuti dopo la mezzanotte, il Presidente del Consiglio convoca d’urgenza Tarantini a Palazzo Grazioli. «Ho bisogno di vederti un minuto per una cosa». Devono discutere – chiosano gli inquirenti – del “contatto” che avverrà  di lì a qualche ora. E’ quel che accade.

IL CONTATTO CON BERTOLASO
Berlusconi (B.) è in compagnia di Guido Bertolaso (Be). Compone sul suo cellulare il numero di Tarantini (T).
T. «Pronto»
B. «Pronto»
T. «Presidente, buonasera».
B. «Mi senti? Sono in macchina con il sottosegretario Bertolaso. Te lo passerei così vi mettete d’accordo direttamente».
T. «La ringrazio!»
Be: «Eccoci, buonasera»
T: «Dottore buonasera, lieto di conoscerla»
Be: «Piacere tutto mio. Lei dove sta? A Roma? A che ora vuole venire a trovarmi?»
T: «Quando vuole lei, dottore. Sono a disposizione».
Be: «Alle dieci e mezza devo essere in Parlamento, ma se lei viene a trovarmi verso le 15 in via Ulpiano, alla Protezione Civile»
T: «Si!»
Be: «D’accordo. Le ripasso il Presidente»
T: «Grazie ancora… Grazie ancora».
B: «Ecco, pronto… «
T: Presidente, la ringrazio!»
B: «Ecco, fammi fare bella figura»
T: Eh certo… ci proverò (ride) Ci proverò»
B: «Va bene. Ottimo».
Potrebbe bastare già  così. Ma il coinvolgimento del Presidente del consiglio nella ricerca del contatto tra Bertolaso e il suo lenone – vista la torta che è in gioco e l’interesse di famiglia con Paolo – non è una pratica che viene liquidata come semplice cortesia ad un questuante cui pure si deve molto. Berlusconi, il 14 novembre, mentre sta per imbarcarsi sull’aereo che lo deve portare in missione di Stato a Washington, sente di dover tornare con Tarantini sull’incontro che avrà  quel pomeriggio con Bertolaso.
B: «Quand’è allora che lo vedi?»
T: «Oggi alle tre»
B: «Va bene, sii prudente sempre, no?»
T: «E’ chiaro, sì»
B: «Ecco, lui (Bertolaso ndr) ha in mano i tuoi depliant… I tuoi. Quelli che mi hai dato, no?»
T: «Io vado con il Presidente della società  (Tarantini fa riferimento a Enrico Intini, l’imprenditore, di area Pd, con cui ha deciso di giocare la partita ndr.), quindi. Gli spieghiamo tutto bene».
B: «Benissimo».
Il 16 novembre, i due tornano a parlarsi. Perché Berlusconi, di rientro dagli Stati Uniti, continua ad avere la questione in cima alla sua agenda personale.
B: «Allora come è andato l’incontro con Bertolaso?»
T: «Devo dire molto bene! E’ stato gentilissimo, cordialissimo. Abbiamo parlato e ci ha parlato di una cosa che poi, settimana prossima ci vediamo e gliela spiego»
B: «Va bene!»
T: «Molto bene. Molto bene devo dire»
B: «Tutto a posto, allora?»
T: «Volevo ringraziare. Si!»
B: «Va bene. Ottimo!».

«HO VISTO GUARGUAGLINI
E POI TI RIFERISCO»
Incassato Bertolaso, c’è il problema cruciale di Finmeccanica. Entrare con una quota del 30 per cento nella società  che gestirà  l’appalto da 280 milioni di euro della Protezione Civile. Quella società  è controllata da Selex Sistemi integrati (la spa del Gruppo di cui è amministratore delegato Marina Grossi, moglie di Pierfrancesco Guarguaglini). Tarantini ne discute animatamente con il socio Intini (I) il 6 dicembre del 2008.
T: «Da quello che so, Protezione civile ha il 70%».
I: «No Protezione Civile non ha niente»
T: «La società  l’ha fatta la Selex»
I: «La società  l’hanno fatta ed è 100 per cento Finmeccanica. L’unica cosa che ha fatto Finmeccanica è che ha dato il presidente della società  a Protezione Civile. Ha nominato quello che gli ha detto Bertolaso».
T: «E mo che deve fare?»
I: «Questa è la situazione… Questo ci deve cedere Finmeccanica il 30%».
Tutto chiaro, insomma. Ma a Tarantini per completare il mosaico serve l’ultima, decisiva, pressione. Su Pierfrancesco Guarguaglini, che di Finmeccanica è presidente e amministratore delegato. Ci pensa il Presidente.
Il 10 dicembre 2008, la telefonata (in parte omissata nella trascrizione) è tanto rapida quanto esplicativa.
T: «Ha visto Guarguaglini, poi?»
B: «Ho visto Guarguaglini e poi ti riferisco»
T: «Va bene. Allora ci vediamo stasera alle 9 e mezza»
B: «A dopo. Buon riposo».
L’affare non andrà  in porto. Paolo Berlusconi non riuscirà  a trovare «società  schermo» che gli consentano di entrare nella partita di Tarantini senza renderlo riconoscibile. Finmeccanica muterà  allora la sua strategia. Ma Intini riceverà  da Guarguaglini e da Marina Grossi la promessa che un luminoso futuro è cominciato. Per questo firmerà  il contratto di consulenza a Gianpaolo Tarantini. Per questo si ritroverà  inghiottito nell’abisso che si spalancherà  a Bari di lì a soli sei mesi. Giugno 2009. Quando Patrizia D’Addario farà  saltare il banco.


Related Articles

Finto tecnico, magnifica preda

Loading

Per chi ancora ritenesse che il governo Monti sia un governo tecnico e non politico, l’ultima uscita di Veltroni dovrebbe aver dissipato ogni dubbio.

La maschera dell’Alieno

Loading

UN GRILLO in maschera, venuto da un altro mondo, arranca sulla spiaggia d’inverno, supera in silenzio un paio di giornalisti, apre il cancello di casa sua e comincia a prenderci gusto. È la seconda volta che negando il suo aspetto umano si mostra senza volto, incappucciato com’è in uno speciale piumino da sci di colore blu su cui spiccano due grandi lenti scure che sembrano gli occhi di un insettone extra-galattico o siderale.

Firme false per Formigoni indagati 10 consiglieri Pdl

Loading

Ottocento nomi contraffatti. I pm: prove certe Il caso sollevato da un esposto dei radicali, che furono esclusi dal voto in Lombardia

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment