Missione cinese a Roma L’incontro con Tremonti

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I cinesi erano pronti a impegnarsi solo se dietro le quotazioni dei titoli di Roma si fosse stesa una rete di sicurezza. Da allora la Bce ha speso circa 50 miliardi di euro in interventi sul debito pubblico italiano e forse anche per questo anche la Cina inizia a mostrare interesse. Dunque magari era solo questione di tempo: come scrive il «Financial Times» nel numero di oggi, la scorsa settimana il presidente della China Investment Corporation Lou Jiwei ha condotto a Roma una delegazione di investitori del suo Paese. Il Tesoro non commenta né smentisce l’indiscrezione che Lou abbia incontrato, fra gli altri, anche il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. La delegazione cinese avrebbe poi avuto dei colloqui con i vertici della Cassa depositi e prestiti.
L’agenda romana della China Investment Corporation (Cic) dà  la misura dell’interesse del più grande investitore asiatico per l’Italia. Cic si alimenta in parte delle riserve della banca centrale della Repubblica popolare, che ha in gestione un patrimonio di circa 3.200 miliardi di dollari. E al Tesoro Lou Jiwei ha senz’altro parlato dell’ipotesi di acquistare titoli di Stato italiani: fin dalla visita di Grilli a Pechino in agosto, i cinesi avevano concordato sul fatto che gli attuali prezzi molto bassi in linea di principio fossero attraenti.
Anche con la Cassa depositi e prestiti le discussioni sono state probabilmente molto articolate. Da anni il presidente della Cdp, Franco Bassanini, è impegnato in una campagna per coinvolgere i grandi fondi sovrani asiatici negli investimenti in infrastrutture e nei servizi di pubblica utilità  in Italia. L’interesse cinese può dunque risultare importante anche per futuri piani di privatizzazione di società  di servizi pubblici locali in Italia.
Resta da vedere quale sarà  l’impatto sui mercati. In passato, delegazioni di Pechino avevano visitato sia la Grecia che il Portogallo. Ieri sera l’euro ha recuperato lo 0,8% a 1,36 dollari alla notizia della visita a Roma. Ma per il momento alle aste di titoli del Tesoro e sul mercato secondario non risulta una presenza massiccia di investitori asiatici. I grandi fondi di Pechino o Singapore per ora non hanno venduto Btp, ma non hanno neppure rafforzato le posizioni. Il prossimo test arriverà  oggi, con l’asta di tre o quattro miliardi di Btp quinquennali.


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