Un appello per Durban
«Il sistema alimentare mondiale produce quasi il 50% di tutte le emissioni di gas di serra, a causa dell’uso eccesivo di combustibili fossili e di sostanze agrochimiche derivate dal petrolio, del trasporto su lunga distanza di alimenti e materie prime, delle monocolture e della distruzione delle foreste spesso per far posto a piantagioni industriali, il cosiddetto deserto verde. E’ possibile ridurre drasticamente queste emissioni trasformando il sistema agroalimentare nel senso della sovranità alimentare: produzioni agroecologiche locali per il consumo locale.
Invece, ai paesi sviluppati e alle grandi imprese è permessa ogni sorta di escamotage per evitare di ridurre le emissioni.
A Durban La Via Campesina denuncerà come false soluzioni al problema climatico tutti i tentativi di inserire l’agricoltura contadina nei meccanismi di commercio del carbonio, ampliando questo commercio e i meccanismi per ridurre le emissioni derivanti da deforestazione e degrado (cosiddetti Redd) fino a comprendere il carbonio contenuto nei nostri suoli. La Banca mondiale già spaccia questa ipotesi per “appoggio ai piccoli produttori agroecologici e all’agricoltura rispettosa del clima”, ma in realtà : il mercato volontario del carbonio del suolo significherebbe dare altro spazio alla speculazione finanziaria e, mentre i contadini riceverebbero le briciole, il grosso dei reali benefici andrebbe agli speculatori.
Se noi, in qualità di contadini, firmiamo accordi relativi alla “valorizzazione” del carbonio dei suoli, perderemo autonomia e controllo sui nostri sistemi agricoli. Infatti qualunque burocrate dell’altra parte del mondo, senza sapere nulla del nostro suolo, del regime delle piogge, dei sistemi alimentari locali, dei paesaggi, dell’economia familiare, potrà decidere quali pratiche agricole dobbiamo seguire.
L’agroecologia reca molti benefici all’ambiente e alla vita dei coltivatori. Se riduciamo il suo valore a quello del carbonio incorporato nel suolo, non solo la svalutiamo ma apriremo la strada a meccanismi che possono creare incentivi malsani tali da alterare le pratiche dell’agroecologia (e aprire la strada anche a tecnologie come la modificazione genetica degli organismi), semplicemente per potenziare al massimo il carbonio. (…) Ci troveremmo di fronte a nuove ondate di usurpazione della terra per ottenere crediti di carbonio.
La Via Campesina si impegna invece a rafforzare il movimento dell’agroecologia per renderla ancora più adatta a resistere ai cambiamenti climatici. A mantenere il carbonio nel suolo e negli alberi in tutte le aree che sono sotto il nostro controllo, promuovendo la silvicoltura, la riforestazione, la conservazione dell’energia e la lotta contro l’esproprio dei terreni per dedicarli alle attività minerarie e alle piantagioni industriali. (…)
Continuare l’impegno per la riforma agraria, insistere per l’adozione dei Principi di Cochabamba adottati nel 2010 in Bolivia nel corso dell’incontro dei popoli per il clima e Madre Terra. Lottare per la fine delle sovvenzioni pubbliche, dirette od occulte, all’agricoltura industriale,(…) per chiedere credito e programmi di formazione in agroecologia, incentivi per i mercati contadini e acquisti pubblici dai contadini».
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