Volkswagen e Suzuki a un passo dal divorzio

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FRANCOFORTE – Una scenata di gelosia in piena regola quella che la Volkswagen ha fatto ai giapponesi della Suzuki fino a mettere in crisi il matrimonio celebrato un anno e mezzo fa. Oggetto del contendere, il rapporto con la Fiat. Secondo la casa tedesca, Suzuki strizza troppo l’occhio ai torinesi, come dimostra il recente accordo per la fornitura di motori diesel tra la casa italiana e il costruttore nipponico. Di qui il classico “così non si può più andare avanti” che ieri è arrivato da Wolksbug. La Suzuki ha risposto rivendicando la propria «autonomia». Così, per un pugno di motori, è ora a rischio il matrimonio industriale e finanziario tra Tokio e Berlino. A Torino non commentano. Ma, come nelle soap opera che si rispettino, godono in silenzio per la rissa.
Oggetto del contendere sono i motori diesel da 1,6 litri che Fiat produce nello stabilimento italiano di Pratola Serra e che andranno ad equipaggiare la nuova serie del fuoristrada Suzuki Sx4, versione nipponica del “Fiat Sedici”, ambedue prodotti dai giapponesi in Ungheria. L’accordo di fornitura è del 27 giugno scorso ed è un aggiornamento di una precedente intesa industriale che prevedeva la fornitura da parte di Fiat degli attuali motori 2.0 diesel sempre per il fuoristrada prodotto in comune. Tra i due accordi, però, è stata firmata dai giapponesi un’intesa con Volkswagen nel dicembre del 2009. Intesa impegnativa perché ha portato a uno scambio di partecipazioni azionarie: i tedeschi hanno il 19,9% della casa giapponese che a sua volta possiede l’1,49% di quella tedesca. Secondo un comunicato diffuso domenica sera, Volkswagen ritiene che l’accordo di fornitura «di motori diesel con altri costruttori» rappresenti una violazione giapponese delle regole dell’accordo e chiede a Suzuki di «risolvere la questione nel giro di alcune settimane». Ieri da Tokio hanno risposto picche chiedendo ai tedeschi di rompere l’alleanza e di cedere la loro quota in Suzuki poiché i tedeschi hanno minato l’autonomia di decisione strategica della casa nipponica. Da Wolksburg hanno controreplicato che Volkswagen «non intende uscire» dall’azionariato della casa giapponese.
Il braccio di ferro è dunque destinato a proseguire perché i giapponesi potrebbero cedere l’1,5% della loro quota di Volkswagen. E’ anche possibile che la rottura annunciata preluda a nuove alleanze. Marchionne ha incontrato al Lingotto i vertici di Suzuki il 24 maggio e non è escluso che in quell’occasione si sia parlato delle possibili conseguenze del nuovo accordo di fornitura dei motori diesel. Non sarà  questo, a Francoforte, l’unico motivo di frizione tra Torino e la casa tedesca. Le punzecchiature proseguono da diversi mesi, da quando a Wolksburg hanno annunciato l’intenzione di tentare la scalata all’Alfa Romeo. Al Salone dell’auto tedesco, che si apre oggi, verrà  presentata la Nuova Panda che sarà  prodotta a partire da novembre a Pomigliano. Volkswagen risponde con la “Up!”, creata da uno staff italiano, da Giugiaro a De Leo, per insidiare la leadership Fiat sulle vetture di piccola taglia.


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