L’Europa e il premier: imbarazzi ppe e viaggio blindato

Loading

BRUXELLES – Si sfioreranno appena, forse, ma tanto basterà . Succede domani, quasi alla stessa ora, a pochi metri di distanza nel Parlamento europeo: da una parte Martin Schulz, capogruppo dei socialisti e democratici, presenta ufficialmente la sua candidatura alla presidenza dell’assemblea; e dall’altra, colui che nel 2003 paragonò lo stesso Schulz a un kapò nazista, il primo ministro italiano Silvio Berlusconi, giunge in visita istituzionale. Primo incontro a distanza fra i due, dopo 8 anni. Mentre a complicare i cerimoniali arriva da Varsavia anche Bronislaw Komorowski, il presidente polacco.
Ma non è solo per questo, per gli ingorghi di berline blu, che Strasburgo vive un po’ con il fiato sospeso queste ore. C’è naturalmente la polemica sulla presunta «fuga» di Berlusconi dai giudici napoletani; e anche quella sulla manovra finanziaria, che ufficialmente il premier italiano illustrerà  qui al presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e a quello attuale dell’Europarlamento, Jerzy Buzek. «Senza contare le nemesi storiche — filosofeggia un osservatore dell’Alde, l’Alleanza dei liberali e democratici — eccoli qui: Schulz, il cosiddetto “kapò”, oggi al culmine della carriera, e Berlusconi che proprio grazie a Strasburgo evita i magistrati…». Nemesi a parte, qui ci sono però anche altre tensioni e imbarazzi. Uno fra tutti: il timore (o forse la speranza, per qualcuno) che da un momento all’altro possa arrivare anche fra i banchi degli eurodeputati il testo della presunta intercettazione telefonica in cui Berlusconi esprimerebbe grevi apprezzamenti corporei sulla Cancelliera tedesca Angela Merkel. Peggio ancora, mina vagante: la traduzione in tedesco di quel testo, sempre che esista. In questo caso, dicono fra Bruxelles e Strasburgo voci insistenti ma impossibili da verificare, ci si potrebbe attendere qualche protesta soprattutto fra le eurodeputate tedesche, e non solo nel centrosinistra ma anche fra i banchi del centrodestra, del partito popolare. Anche se difficilmente queste proteste potranno trovare uno sfogo diretto: che sia o no un caso, ogni dettaglio della visita di Berlusconi — orari e itinerari — esclude infatti possibilità  di incontro con gli eurodeputati, con il mondo della politica; a meno che, naturalmente, non sia lo stesso premier a volerlo.
Dopo il colloquio in tarda mattinata con il presidente della Ue Herman Van Rompuy a Bruxelles, l’appuntamento con Barroso è fissato per le 16, nello studio personale del presidente della Commissione, nel palazzo «Salvador de Madriaga», che è in sostanza un’ala appartata del Parlamento né più né meno come la «Winston Churchill». Volendo, si può arrivare fin là  tra vialetti e laghetti, senza avvicinarsi alle aule più importanti della politica. Ma non ci sono misteri, puntualizza dal canto suo Mario Mauro, capo delegazione del Partito popolare: la visita di Berlusconi avviene sì nel Parlamento, perché questo è il luogo in cui si svolge, ma ha la valenza di una visita informativa rivolta alle alte cariche istituzionali, le stesse cariche cui intende fornire tutti gli elementi sul buon andamento della manovra finanziaria italiana».


Related Articles

Renzi e Ue giocano alle tre carte. Per imporre “riforme strutturali”

Loading

Pensiero Unico. Dietro le polemiche fra Bruxelles e Roma c’è unità di intenti sulle ricette. Fassina: “Così si naufraga, cambiare rotta”

Dimenticare Pontida

Loading

Se davvero il vento è cambiato, nel Palazzo non ne è entrato un solo refolo. Né poteva essere altrimenti. Berlusconi ha innovato appena il look (senza doppiopetto). Per il resto, si è mimetizzato dietro Tremonti e Napolitano. Ha fatto propria la linea del ministro sui conti pubblici— subito la manovra da 40 miliardi, poi la riforma fiscale con tre aliquote— e il richiamo del Quirinale su Libia e missioni all’estero.

Dimettersi per candidarsi L’imbarazzante privatizzazione della politica

Loading

Si dimette il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro: «Protesto contro le severissime e assurde misure di spending Ma i napoletani review!».
possono tirare un sospiro di sollievo: «Non si esaurisce oggi però il mio impegno per Napoli ed il Mezzogiorno. Con il partito valuterò il da farsi, anche in riferimento ad una mia eventuale candidatura alle prossime elezioni politiche». Si dimette il presidente della Provincia di Asti Maria Teresa Armosino: «Protesto per l’impossibilità  manifesta di far valere le ragioni del territorio!».

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment