Tremonti: dopo la manovra un «tagliando» per lo sviluppo
MARSIGLIA — Prima, l’approvazione della manovra. Poi, faremo ciò di cui ci sarà ancora bisogno per far crescere il paese. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti si impegna a studiare e a promuovere tutte le misure che si rilevassero necessarie dopo aver fissato l’obiettivo del pareggio del bilancio. All’indomani del nuovo tonfo delle Borse e del nuovo attacco dei mercati ai titoli del debito italiano sulla scia dell’annuncio delle dimissioni di Jà¼rgen Stark dal board della Bce, il ministro rilancia dunque l’azione di politica economica del governo. Lo fa lasciando Marsiglia dove si è svolto un difficile vertice dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali, sulle prospettive, davvero poco brillanti, dello sviluppo globale. Con Stati Uniti ed Europa, e la Germania in particolare, a giocare a rimpiattino su chi debba assumersi un ruolo propulsivo e di stimolo all’economia.
Come nel suo stile Tremonti usa una immagine per illustrare il suo pensiero. «La situazione italiana è come un viaggio. Per farlo devi avere una strada, una meta, che è il pareggio di bilancio, e devi prendere la direzione giusta, seguendo un percorso chiaro e definito che è quello di non fare più spesa pubblica in deficit» che segna «la fine di un’epoca» dice. E poi, proseguendo nella metafora, aggiunge: «Per fare un viaggio occorre però una macchina, che funzioni e che abbia la benzina necessaria per marciare. E questa macchina è la crescita. Bisogna poi che non ci siano macigni o altri ostacoli ad impedire il cammino perché altrimenti anche se hai la vettura col motore in perfette condizioni e il pieno di carburante, non vai da nessuna parte. Ebbene è il momento di fare la verifica, dobbiamo fare il tagliando alla macchina, vedere quali pezzi sono difettosi e quali siano da cambiare. Lo faremo a partire dalla prossima settimana». In altre parole, l’approvazione della manovra da parte del Parlamento è un punto fermo, sarà fatta martedì secondo i programmi, per fissare l’obiettivo del pareggio di bilancio. Contemporaneamente però si comincerà a verificare se e perché gli strumenti già messi in campo per sostenere lo sviluppo siano stati o meno efficaci. «In 4 mesi abbiamo varato 40 interventi per favorirlo, dal credito di imposta ai distretti per il turismo. Faremo l’inventario perché ci sono anche misure giuste ma non ancora note», dice ancora Tremonti, che rivela di aver analizzato la questione a Marsiglia col vicedirettore della Banca d’Italia, Ignazio Visco e di voler ora discuterne con gli esperti dell’Ocse, del Fmi e della Commissione Europea. Insomma un tagliando fatto secondo le regole, sentendo tutti gli esperti a disposizione, iniziando da quelli più vicini come gli economisti dell’Istituto di via Nazionale. «Se c’è qualcosa da cambiare lo cambieremo, se ci sarà qualcosa da aggiungere lo aggiungeremo» afferma. E distribuisce un foglio con un grafico elaborato dall’Ocse in cui risulta che l’Italia è tra i paesi del G7 quello che dovrà fare il minore aggiustamento di bilancio. Intendendo però quello primario, al netto quindi degli oneri e degli effetti, anche sulla stabilità complessiva dei conti pubblici, dell’alto debito dell’Italia.
Tremonti comunque non rinuncia a ribadire le critiche sulla lettura data dai tecnici e dai regolatori alla crisi iniziata ormai quattro anni fa. La crisi finanziaria mondiale, dice «è stata gestita ma non superata». Molti paesi «cominciano ora a capire che sono stati fatti molti errori» e che se ne «è parlato come se fosse un ciclo economico e non un cambiamento epocale». Quando a Parigi presero d’assalto la Bastiglia, ricorda ancora una volta il ministro, «il re Luigi XVI chiese se fosse una rivolta, gli risposero che era la rivoluzione. Lui non capì e gli tagliarono la testa».
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