Insulti antisemiti, lieve condanna a Galliano

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PARIGI — John Galliano non è profondamente antisemita e razzista contro gli asiatici. Lo è stato, a tratti, quando era preda di una delle sue crisi dovute alla «tripla dipendenza» (parole sue) da alcol, sonniferi e valium. Per questo ieri il tribunale di Parigi lo ha condannato alla pena tutto sommato mite di 6.000 euro di ammenda, più un euro simbolico da versare alle persone che lo hanno denunciato dopo essere state insultate. «Galliano ha preso coscienza dello stato nel quale si trovava e ha cominciato a curarsi in modo efficace», ha spiegato il tribunale, apprezzando la decisione dell’ex stilista della maison Dior di sottoporsi a un trattamento di disintossicazione di due mesi negli Stati Uniti.
La condanna più severa, Galliano, l’ha comunque già  patita diventando una sorta di paria del mondo della moda. Dior lo ha licenziato subito dopo l’impressionante video — scovato dal Sun — nel quale lo si vede, completamente alterato, pronunciare queste parole: «Adoro Hitler… Persone come voi sarebbero morte. Le vostre madri, i vostri padri, tutti messi nelle dannate camere a gas». Frasi rivolte ad alcuni ragazzi seduti in un tavolino accanto al «La Perle», il caffè del Marais abituale teatro delle sue intemperanze verbali.
Quindi anni fa Galliano, oggi 50enne, venne chiamato a ridare vita e slancio a una stanca maison Dior. Grazie ai suoi colpi di follia, Christian Dior ha raggiunto l’obiettivo di «perdere le ragnatele», come diceva lo stilista-pirata, ed è passata dal valere un dollaro (il prezzo simbolico che Bernard Arnault pagò nel 1994) agli oltre 10 miliardi di oggi. Anche per questo, in passato, l’uomo più ricco di Francia ha perdonato al ragazzo terribile molti eccessi. Diventati però fuori controllo quattro anni fa, dopo la morte del suo amico Steven Robinson (probabilmente dovuta all’abuso di cocaina).
Il genio di Gibilterra è stato denunciato una prima volta a fine febbraio dalla 35enne Géraldine Bloch e dell’amico Philippe Virgiti. «Sporca faccia da ebrea, dovresti essere morta — le disse Galliano —. Sei così brutta che non riesco a guardarti», più altre offese e la minaccia all’amico, definito «sporca faccia da asiatico». Tre giorni dopo un’altra donna, dopo avere letto sui giornali quel che era successo, andò alla polizia raccontando di avere subito un’aggressione simile mesi prima, sempre al «La Perle»: «Allora avevo sorvolato perché era palesemente ubriaco, ma a quanto pare fa sempre così e bisogna fermarlo».
Quando Galliano scendeva agli inferi, il male che lo divorava prendeva la forma dell’odio per gli ebrei. Un antisemitismo viscerale che secondo la difesa dello stilista non corrisponde alla sua vera personalità . Molti amici sono andati in tribunale a testimoniare della sua personalità  amabile, da sobrio. Insulti razzisti più o meno come le bestemmie di un iracondo, quindi. In ogni caso, John Galliano ha perso rispettabilità  e posto di lavoro. Marc Jacobs potrebbe sostituirlo.


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