La ricetta di Monti: pacchetto di misure con il «sì» di tutti

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CERNOBBIO (Como) — Sono passati due giorni da quando il Congresso dei deputati di Madrid ha votato una modifica bipartisan alla Costituzione: il vincolo del bilancio in pareggio e la priorità  del rimborso del debito. La Spagna ha risposto così alle pressioni del mercato e alle richieste della Banca centrale europea, ma com’è noto in queste settimane c’è anche un altro Paese in condizioni simili.
Ieri la sala di Villa d’Este sul Lago di Como, nel parlare dei problemi dell’Italia, ha finito per confrontarsi proprio su questo. Il terzo giorno del Forum Ambrosetti di Cernobbio tradizionalmente è dedicato alle politiche del Paese, ma quest’anno è stato più che mai inevitabile metterle nella cornice europea con un occhio alla Spagna. Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, ha ricordato il modello di collaborazione bipartizan di Madrid. Ma anche per il coordinatore del Pdl Angelino Alfano, in questa emergenza finanziaria esistono potenziali terreni d’intesa fra maggioranza e opposizione. E non solo per disfare, come quando venerdì un emendamento del Partito democratico per salvare le feste civili è stato accolto in Senato dal relatore di maggioranza.
Anche per il fare c’è spazio per la collaborazione, ha notato Alfano: «La manovra non prevede la fiducia — ha detto —. Su alcuni punti siamo disponibili a discutere con l’opposizione». Alfano ha citato la «spending review», proposta dal senatore democratico Enrico Morando, e la revisione delle circoscrizioni giudiziarie «su cui si può trovare un punto d’incontro con l’Udc».
Ma in questa fase è sui grandi temi e soprattutto sul metodo che ha insistito Mario Monti nella sua replica a Tremonti. Il presidente della Bocconi è andato al nocciolo dei dossier principali che dividono il Parlamento. Ha ricordato che sul riassetto delle pensioni d’anzianità  c’è soprattutto l’opposizione del Pd, mentre l’ipotesi di una patrimoniale non piace al centrodestra. Monti si è chiesto: «Non è la politica che dovrebbe lavorare sul concetto di un pacchetto di misure?». In fondo è l’esperienza che Monti ha avuto a Bruxelles quando, da commissario al Mercato interno, ha perseguito l’accordo fra l’Unione Europea e la Svizzera sui conti anonimi: ciascuno deve rinunciare alle proprie «linee rosse» per ottenere un po’ delle concessioni che cerca dall’avversario. Nell’Italia minacciata dalla sfiducia dei mercati ciò significa, nelle parole di Monti a Villa d’Este, «disarmo bilaterale». Ha detto ieri il presidente della Bocconi: «Singolarmente prese, certe misure possono essere indigeste a questo o a quello, ma messe insieme possono produrre un pacchetto complessivo per gli obiettivi del risanamento e della crescita».
A ruota Enrico Letta, vicesegretario del Pd per le questioni economiche, ha sottolineato l’importanza della proposta di Monti. Letta pensa a un governo che persegua politiche «di responsabilità  nazionale» e «con una larga base parlamentare». Certo il tempo stringe, ha incalzato Pier Ferdinando Casini. E non solo perché incombono le scadenze di rifinanziamento del debito, mentre la Bce minaccia di ridurre il sostegno all’Italia. Ci sono anche i tradizionali squilibri dell’economia reale. Casini ha ricordato per esempio certe differenze fra Francia, Gran Bretagna e Italia: tutte e tre hanno popolazioni attorno ai 60 milioni, ma in Francia 27 milioni di persone sono al lavoro, in Gran Bretagna 30 milioni e in Italia meno di 24. È appena il 39% dei residenti.


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