P4, il generale Adinolfi e Marra indagati anche dai pm di Roma

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I reati sono gli stessi ipotizzati dai pm partenopei titolari dell’inchiesta madre, quella sulla P4: rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento. Secondo i magistrati campani, John Henry Woodcock e Francesco Curcio, l’allora capo di Stato Maggiore delle fiamme gialle, durante una cena, avrebbe detto a Marra che la procura di Napoli stava facendo accertamenti su Luigi Bisignani. E, da qui, la voce sarebbe arrivata proprio al diretto interessato.
L’iscrizione è, in pratica, un atto d’ufficio. I due erano indagati già  a Napoli. Ma il procuratore generale della Cassazione, l’11 agosto, ha ritenuto che il fascicolo dovesse essere trasmesso a Roma. Ora il procuratore aggiunto Alberto Caperna dovrà  vagliare gli atti e decidere come procedere. Se sentire gli indagati, entrambi già  ascoltati da Woodcock e Curcio, o se disporre altri accertamenti. A raccontare della cena tra il generale e Marra fu il braccio destro del ministro Tremonti, Marco Milanese. Disse di aver saputo dell’incontro da Adinolfi, circostanza però negata da Bisignani, Marra e dallo stesso generale che ha ammesso la circostanza della cena, collocandola però in un periodo precedente e non sospetto. Per Milanese, l’incontro avvenne «poco dopo le vacanze estive del 2010, intorno a settembre-ottobre». Il consigliere del ministro non ha dubbi: «Ricordo perfettamente – ha dichiarato il deputato ai pm di Napoli – che durante la cena mi si avvicinò Michele Adinolfi, il quale mi disse espressamente che aveva “mandato” Pippo Marra, amico del Bisignani, ad avvisare il Bisignani stesso del fatto che la Procura della Repubblica di Napoli “gli stava addosso” e lo “aveva sotto”, e cioè che stava svolgendo indagini su di lui».


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