Il sindacato all’attacco: così non va
ROMA — Non si placano le reazioni del mondo politico ed economico alle misure concordate lunedì ad Arcore. Dopo la Cgil (che già prima dei cambiamenti stabiliti nel vertice Pdl-Lega, aveva indetto lo sciopero generale per il 6 settembre), è scesa sul piede di guerra anche la Uil che si è dichiarata pronta a proclamare lo sciopero generale nel pubblico impiego contro «i gravi effetti della manovra economica sui dipendenti pubblici».
In particolare, la Uil considera «inaccettabile il mancato computo degli anni di laurea e del servizio militare già riscattati ai fini previdenziali». «Questo provvedimento — ha spiegato il sindacato — si aggiungerebbe allo slittamento di un ulteriore anno del rinnovo dei contratti, al posticipo di due anni per l’erogazione della liquidazione, alla messa in mora delle tredicesime e agli specifici interventi previdenziali relativi alla scuola». Il comitato centrale della Uil deciderà la data della mobilitazione il 16 settembre. Mentre anche i magistrati minacciano lo sciopero perché colpiti dal permanere della tassa di solidarietà sui dirigenti statali.
Durissimo il segretario della Cgil Susanna Camusso che parla di «golpe sulle pensioni» e sostiene che «le ragioni del nostro sciopero generale sono non solo confermate ma anche rafforzate». «La norma — ha aggiunto — penalizza tutti i lavoratori maschi di questo Paese», quelli che hanno fatto il servizio di leva «riceveranno il brillante risultato che quell’anno non vale e dovranno lavorare un anno in più», mentre quelli che hanno riscattato gli anni dell’università e hanno fatto «un contratto con lo Stato» dovranno «lavorare dai 4 agli 8 anni in più». La Fiom parla di «odiose decisioni del governo».
Critico anche il segretario della Cisl Bonanni: «La partita non può chiudersi così. Il governo e il Parlamento devono sforzarsi di ricercare il massimo di equità e di consenso in questa manovra». Parla di «una soluzione sgradevole, non prevista e comunicata all’ultimo momento. Il Governo — ha detto — deve ripensarci e la Cisl farà di tutto per farglielo capire: è sbagliato penalizzare chi ha riscattato con i propri soldi la laurea e il servizio militare. Questo non va bene. Non è una operazione equa». Biagio Papotto, segretario generale Cisl Medici (una delle categorie più colpite dal problema che riguarda il riscatto laurea) parla di «scippo». E dimostrerebbe «lo scarso coraggio nel colpire chi dovrebbe davvero essere colpito».
Per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, il «governo mantiene un patto con gli evasori» ma lo rompe «con chi è stato tanto fesso da servire il Paese facendo il militare o da studiare e poi riscattare di tasca propria la laurea». In altre parole, dopo il vertice di Arcore secondo Bersani la manovra «è peggiorata per equità e tenuta dei conti».
Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, ha puntato l’indice proprio sui saldi che non sarebbero rispettati se si applicassero le nuove disposizioni decise ad Arcore dalla maggioranza. «È evidente che i conti non tornano», ha detto. Casini, oltre a criticare le scelte sulle pensioni, è deluso da una manovra che negli ultimi giorni «è peggiorata». Insomma, secondo Casini «questa manovra così com’è è pessima, un pasticcio», un disegno «truffaldino», anche se i centristi faranno «di tutto per migliorarla, se saremo ascoltati». «Comunque — ha rivelato Casini — il presidente del Senato Schifani nei giorni scorsi ci ha chiamato, ha chiesto collaborazione istituzionale da parte dell’opposizione. L’ho rassicurato, e rassicuro tutti gli italiani: cercheremo di evitare guai peggiori».
Sull’eventualità che il governo ponga la fiducia, il leader dell’Udc ha però replicato: «Se il governo dovesse mettere la fiducia, contraddirebbe tutto quello che è stato detto ad agosto, a partire dagli appelli condivisi da tutti e che il capo dello Stato ci ha rivolto».
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