Attenzione ai saldi

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Non c’è stato l’ulteriore inasprimento fiscale che pure era stato ventilato, anzi è stato eliminato quel contribuito di solidarietà  che finiva per tosare le stesse pecore, i contribuenti più fedeli allo Stato. Qualche passo in avanti è stato deciso anche in materia di lotta all’evasione, rafforzando il ruolo dei Comuni e intervenendo sulle società  di comodo. Si è aperto poi il capitolo delle pensioni di anzianità , anche se il bisturi riguarda un segmento limitato, coloro che hanno riscattato la laurea e il servizio militare. Insomma dopo giorni in cui si erano rincorse le voci più disparate, il vertice governativo ha dato quantomeno prova di prudenza.
Certo le contraddizioni non mancano. Aver impacchettato la riduzione dei parlamentari e l’abolizione delle Province in un disegno di legge costituzionale sa di rinvio e di beffa nei confronti dell’opinione pubblica. E quanto al fisco, non è stata la Lega a condurre una campagna di delegittimazione di Equitalia invitando artigiani e commercianti a cacciare in malo modo gli esattori fiscali? E ora è la stessa Lega a chiedere all’Agenzia delle entrate di farsi protagonista della lotta all’elusione. Tutto sommato si tratta però di questioni accessorie, più rilevante sarà  capire già  da oggi quanto pesano le varie poste. I saldi sono stati veramente rispettati?
Perché se noi, magari solo per deformazione professionale, siamo attenti agli slittamenti di opinione all’interno dei partiti, non è detto che i mercati finanziari abbiano lo stesso gusto cronistico. Sarà  decisivo, quindi, spiegar loro i dettagli delle novità  pattuite ad Arcore affinché non pensino di trovarsi di fronte a una manovra-ballerina. I cui contenuti cambiano con grande velocità  e solo per il prevalere delle posizioni del premier o del ministro del Tesoro. Insomma guai a dare la sensazione che invece di impostare una rigorosa manovra fatta di tagli e riforme strutturali — quella che avrebbe veramente tappato la bocca a tutti i critici — la politica italiana preferisce un bricolage finanziario, tante piccole manovre che si susseguono a scadenze temporali ravvicinate. Se così fosse, non sconteremmo solo il parere negativo dei mercati, ma ne uscirebbe logorato lo stesso governo, alla fine non avrebbe per sé altra operatività  se non quella di fare manutenzione dei decreti di rientro dal debito via via depositati in Parlamento. Un segnale in questa direzione, tutt’altro che rassicurante, viene dalla posta di bilancio che accompagna la delega di revisione dell’assistenza: sulla carta prevede un risparmio di 16 miliardi di euro. Un obiettivo ambizioso che lo stesso esecutivo non è sicuro di centrare, come testimonia la scelta di tenere da parte l’aumento dell’Iva per usarlo come paracadute. Non si può però vivere di escamotage e la politica del carciofo, staccare foglia dopo foglia, applicata a un Paese finisce per ammazzarlo.


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