Carburanti, consumatori all’attacco: “Spazio per un taglio di 7 centesimi”

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ROMA – Adusbef e Federconsumatori hanno rifatto i conti sul caro benzina e sulla doppia velocità  petrolio-carburanti, utilizzando le quotazioni del Brent. Hanno calcolato che i cittadini pagano 7 centesimi di troppo per ogni litro di benzina. «In questi giorni la quotazione del Brent si attesta sui 108 dollari al barile (cambio dollaro-euro a 1,44). Per trovare un identico punto di confronto bisogna considerare il periodo gennaio-febbraio 2011, con identica quotazione rettificata con il cambio euro-dollaro a 1,35/1,36. In quei giorni la benzina veniva venduta a 1,46 euro e il gasolio a 1,34 euro». Oggi la benzina è a 1,60 euro, il gasolio a 1,48 euro al litro: 14 cent in più rispetto a gennaio-febbraio, di cui 7 per l’aumento delle accise e dell’Iva «gli altri 7 sono dovuti a quella che si può definire la doppia velocità  del prezzo della benzina, incamerati dalla filiera petrolifera. A quando controlli, sanzioni e le necessarie riforme strutturali?». Una domanda che si pone anche il segretario della Cisl Raffaele Bonanni: «Al di là  della sua qualità  e provenienza, la quotazione del petrolio si è abbassata nelle ultime settimane, mentre il prezzo alla pompa non è altrettanto calato. L’Antitrust deve dare una risposta convincente e rapida ai cittadini, stufi delle giustificazioni dei petrolieri». E una diminuzione dei prezzi sembra sfumata, sottolinea Quotidiano Energia, a causa del recupero delle quotazioni internazionali dei due prodotti e il ridimensionamento dei margini delle compagnie, «un fenomeno recente che cozza invece con un lungo periodo di vacche grasse (quasi tutto agosto), neanche in minima parte scalfito dai ribassi di circa 2,5 cent registrati prima del ponte di ferragosto. Così, nota ancora QE, la differenza tra i prezzi italiani con il resto della Ue l’8 agosto ha toccato il record di 5,7 cent sulla benzina e di 4,7 sul diesel. L’Up replica che il riferimento per il confronto è l’indice Platts, che, rispetto ai primi mesi del 2011, è aumentato da 0,470-480 a 0,562 cent al litro e «non sono stati i petrolieri a essersi messi in tasca i centesimi in più» dice il direttore generale Piero de Simone. Coldiretti fa notare che le famiglie italiane destinano il 19,2% della spesa mensile a trasporti, combustibili ed elettricità , il 19% all’alimentazione.
 


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