Ratzinger saluta i giovani Appuntamento in Brasile

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MADRID — Il futuro è a Rio de Janeiro, i brasiliani esultano quando il Papa annuncia la prossima Gmg nel 2013, «spero di potervi incontrare fra due anni», solo due anziché tre perché nel 2014, in Brasile, ci sono i mondiali di calcio e tutto insieme sarebbe un po’ troppo. Ma il futuro, soprattutto, è la missione affidata ai ragazzi che dalla Veglia di sabato hanno passato la notte nella spianata di asfalto e fango («cari amici, vi ho pensato molto in queste ore in cui non ci siamo visti, spero abbiate potuto dormire un po’ e anche pregare!»), e ora assistono alla grande Messa finale con 750 vescovi e 14 mila preti: «Il mondo ha bisogno di Dio, ha bisogno della testimonianza della vostra fede negli ambienti più diversi, incluso dove vi è rifiuto o indifferenza, non è possibile incontrare Cristo e non farlo conoscere agli altri!», scandisce nell’omelia. Prima di esortare i giovani a «camminare con Cristo in comunione nella Chiesa», perché «non si può seguire Gesù da soli» e bisogna guardarsi dalla «tentazione» di «andare per conto proprio» o «vivere la fede secondo la mentalità  individualista che predomina nella società ».
Benedetto XVI ha l’aria felice, i ragazzi applaudono anche re Juan Carlos e la regina Sofia, i giornali
locali parlano della più grande riunione cattolica mai avvenuta in Spagna, ma anche in Europa l’unico parallelo è forse la Gmg di Roma 2000, la Messa a Tor Vergata. Ci sono due milioni di ragazzi, a Madrid, chi non ha potuto raggiungere l’aeroporto dei Cuatro Vientos ha seguito la messa dai maxischermi in città . Tra preghiere, balli e giochi, pigiati come sardine sul terreno duro e fradicio per l’acquazzone di sabato sera, infradiciati essi stessi, non è che in realtà  abbiano dormito poi tanto. Molesti, alle 7,30, «Buenas dias, Cuatro Vientos!», gli altoparlanti che ancora funzionavano — in alcuni settori non si sentiva nulla — hanno dato la sveglia a una distesa di facce assonnate e gioiose. Nonostante la stanchezza, nonostante il caldo (2.500 pellegrini assistiti per malore, un centinaio portati in ospedale), nonostante tutto. La generazione dei social network — qui la media era 22 anni — la notte aveva dato l’allarme via Facebook sulla mancanza di bottiglie d’acqua e ora, poco prima dell’arrivo del Papa, moltiplica su Twitter la delusione della giornata: «Mancano le ostie, non potremo fare la comunione…». Incidenti organizzativi: la pioggia ha abbattuto o infradiciato le tende che custodivano le particole consacrate, ieri mattina si è cercato di suddividere quelle che restavano ma solo una minoranza ha potuto fare l’eucarestia. Del resto sabato sera s’era bagnato pure il Papa («ma si è mostrato deciso a restare», ha spiegato padre Lombardi), il telone copriva poco o nulla ed è stato rimosso per sicurezza, una torretta è caduta ferendo 7 spagnoli.
Però bisognava sentirlo, di là  dai cori festosi, il silenzio intenso dei ragazzi nell’ascoltare il Pontefice o seguire la Messa. Il matrimonio, le vocazioni, la fede. Benedetto XVI aveva riassunto il senso della Gmg in una frase dal «Parmenide» di Platone: «Cerca la verità  mentre sei giovane perché, se non lo farai, poi ti scapperà  dalle mani». La «grazia di Cristo» fa «crollare i muri» ed «elimina le frontiere» che «il peccato innalza tra popoli e generazioni». Di qui l’invito a una «testimonianza audace» da «diffondere in ogni angolo del mondo» guardando «con fiducia» al futuro perché la Chiesa è «guidata dalla Provvidenza» e quindi «rimane giovane», ha concluso la sera dopo aver ringraziato i 40 mila volontari e prima di salire sull’aereo verso Roma: pregando tra l’altro «per gli sposi, le famiglie» e «coloro che non trovano lavoro». Il saluto al re («Maestà , il Papa si è sentito molto bene in Spagna») si è accompagnato ad un ultimo messaggio al Paese: «La Spagna è una grande nazione che, in una convivenza sanamente aperta, pluralistica e rispettosa, sa e può progredire senza rinunciare alla sua anima profondamente religiosa e cattolica».


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