Il futuro in salita dei giovani italiani il 28% non riesce a risparmiare

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ROMA – Due cuori e una capanna. Sì, ma in affitto. La maggior parte delle giovani coppie italiane oggi vive in una casa non sua e senza la prospettiva, purtroppo, di poterne acquistare una in futuro. È il quadro che emerge dallo studio Censis-Unipol “Welfare Italia, laboratorio per le nuove politiche sociali”. Solo poco più di un quarto dei nuclei familiari (28,6%) con il capofamiglia sotto i 35 anni riesce a mettere da parte qualche soldo (si sale al 29,8% se si considera anche la fascia fino a 44 anni). Un dato allarmante, ancor di più se confrontato con le famiglie in cui la persona di riferimento ha un’età  tra i 45 e i 54 anni, dove i risparmiatori salgono al 38%. Con la situazione occupazionale che c’è oggi in Italia, tra precarietà  e compensi ridotti al lumicino, i giovani infatti spendono quasi tutto il reddito mensile (58,4% contro la media del 52,5%) e addirittura talvolta le entrate non bastano, per cui devono ricorrere a prestiti e finanziamenti (5% contro il 3,7%).
Quindi niente risparmi, niente riserve e nessuna garanzia. Ecco cosa hanno da offrire gli under 35, di certo un quadro non proprio rassicurante da presentare alle banche che dovrebbero erogare un mutuo per l’acquisto della prima casa. Gli istituti italiani non vogliono rischiare di ritrovarsi con rate insolute, interessi persi e immobili da mettere all’asta, perciò preferiscono finanziare chi un lavoro ce l’ha, fisso, e magari con un bel gruzzolo da parte in modo da non dover coprire l’intero valore dell’immobile. Peccato che l’80% dei giovani capofamiglia lavori in proprio o in una piccola e media impresa e l’8% non disponga di nessun tipo di patrimonio. L’incapacità , involontaria, di offrire garanzie alle banche spiega quindi perché il 42,6% dei giovani non abbia nessun patrimonio immobiliare, contro il 16,8 della media nazionale. Solo un quinto delle famiglie giovani può contare esclusivamente sulla proprietà  della prima casa (contro il 40% circa del totale) o sulla prima casa e un conto in banca (19,1%). Sale di poco la quota percentuale (23%) dei giovani nuclei che possono fare affidamento su altri tipi di immobili, investimenti e rendite, ancora una volta al di sotto della media nazionale, pari al 36%.
In una situazione del genere non rimane che l’affitto. Fatti dei rapidi calcoli, due giovani lavoratori, per quanto precari, per quanto squattrinati, ce la fanno ad arrivare a pagare 700-800 euro al mese per due camere, cucina e bagno, ovviamente in periferia. E infatti il 40% delle giovani famiglie italiane vive in affitto, mentre i genitori, almeno, la casa di proprietà  ce l’hanno. Stando infatti ai dati Istat circa il 75% degli italiani è proprietario di casa.
Ma anche nel mondo degli affitti i giovani devono mettersi in fila e aspettare. Per esempio il loro turno per poter entrare negli alloggi degli enti, quelli a canoni agevolati. Solo l’1% delle giovani coppie non proprietarie di casa infatti ne usufruisce, contro il 9,5% delle famiglie in affitto e il 15% circa dei nuclei in cui il capo famiglia è un over 55. Il resto paga l’affitto a un privato (83% contro il 73,5% del totale degli affittuari) o vive in una casa di un parente (quasi il 16%). I giovani cominciano ad abituarsi a questa situazione di precarietà  totale, aspettando che arrivi il futuro. Sperando che anche il futuro non sia in affitto.


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