A Madrid è l’ora della predica

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 La Spagna ha accolto papa Benedetto XVI, da ieri in visita pastorale a Madrid, con tutti gli onori ufficiali e un tripudio di pellegrini – ma anche con manifestazioni di protesta, scontri con la polizia, e con numerose polemiche incentrate sul costo della lunga visita – durerà  quattro giorni.

La visita papale coincide con la giornata mondiale della gioventù, kermesse che ha portato nella capitale spagnola parecche migliaia di giovani da tutto il mondo – sono stati contati 190 paesi. E’ la manifestazione a cui aveva dato lustro il precedente pontefice, Giovanni Paolo II, facendone un happening di grande richiamo, festival di papa boys con chitarra e sacco a pelo.
Questa volta la scena è una ferragostana Madrid, invasa dai giovani pellegrini fin da lunedì scorso. Ieri circa 2.000 di loro erano all’aeroporto di Barajas per accogliere il pontefice, sceso dal suo aereo alle 12 in punto. C’erano anche re Juan Carlos e la regina Sofia, che lo hanno atteso in fondo alla scaletta insieme all’arcivescono di Madrid, Rouco Varela. Tappeto rosso, baciamani, i discorsi del re e del papa – solo dopo, dentro all’aeroporto, l’ospite ha ricevuto il saluto del capo del governo José Luis Rodriguez Zapatero e parecchi suoi ministri, il capo dell’opposizione Mariano Rajoy, il sindaco di Madrid, la presidente della regione.
Protocollo e politica: e Benedetto XVI ha chiarito la sua politica fin da quel primo discorso, con un appello a «difesa dell’identità  cristiana». Rispetto per i cattolici: «Non pochi giovani soffrono di discriminazioni a causa della loro fede in Cristo (…) si vuole privarli dei segni della sua presenza nella vita pubblica». In un paese gravemente colpito dalla recessione, e con una disoccupazione giovanile altissima, il papa riconosce la loro ansia e l’incertezza del futuro: ma aggiunge che «la crisi non è solo economica, è anche etica», e si è lanciato in una filipica contro l’edonismo, «la banalizzazione della sessualità , la mancanza di solidarietà ». Poco prima, in aereo, aveva detto al suo seguito di cronisti che «l’economia non può essere misurata dal massimo profitto ma dal bene comune» ; «non può essere affidata all’autoregolazione mercantile ma ha bisogno di ragioni etiche».
La predica non deve aver impressionato le migliaia di persone (5.000 secondo la polizia, il doppio secondo organizzatori e testimoni) che mercoledì sera hanno manifestato nel centro di Madrid, alla vigilia dell’ingombrante visita. La manifestazione, convocata con lo slogan «Nulla delle mie tasse al Papa. Stato laico», è finita in ripetuti scontri. Ma era cominciata come una marcia del tutto pacifica e perfino festosa, a cui hanno partecipato laici, cristiani di base, repubblicani, gay e lesbiche, atei, indignados – con cartelli, marionette di Ratzinger, una finta papamobile, canti e una banda musicale. La scena è stata ampiamente descritta da blog e testimonianze. Criticavano in primo luogo la spesa che lo stato si sarà  accollato per la visita papale. Il Vaticano ha chiarito che il costo dell’intera kermesse – 50milioni di euro – è coperta da donazioni e dai contributi dei pellegrini stessi: ma questo non include l’uso degli edifici pubblici, la mobilitazione straordinaria di polizia e dei servizi pubblici, o lo sconto dell’80% sull’abbonamento ai trtasporti offerto ai pellegrini. il governo non ha voluto quantificare, ma stime circolate sulla stampa dicono che la kermesse papale cosrterà  allo stato altri 100 milioni. E mentre la Spagna e i suoi cittadini tirano la cinghia, questo non va giù.
Altri slogan puntavano invece a difendere la laicità  dello stato su altri terreni: il matrimonio gay (la Spagna è il terzo paese europeo che l’ha legalizzato, nel 2005), il diritto di scelta sull’aborto. Poi la marcia dei laici ha raggiunto Puerta del Sol, dove ha incontrato la folla dei pellegrini. La scena è così descritta dal blog del quotidiano El Paìs: «Un cordone di polizia li ha separati, mentre è scoppiata una guerra di slogan: “Benedetto” gridavano i pellegrini, “… è un nazi” rispondevano gli altri. Due ragazze recitavano il rosario in mezzo alla piazza, i pellegrini intonavano alleluia con la chitarra – e gli altri cantavano “sono un peccatore, peccatore”». Finché la polizia ha deciso che era ora di sgomberare, ordine che è stato dato con queste parole (riferite sempre dal Paìs): «Basta con le cavolate, alzate le chiappe e via». E giù botte: otto fermati, 11 feriti (di cui 3 agenti). L’unico arresto serio però è quello di un giovane papaboy messicano che aveva dichiarato su internet di voler fare un attentato alla marcia laica – è in libertà  provvisoria.
La kermesse papale proseguirà  per quattro giorni: sono previsti 9 discorsi e diversi incontri con i giovani, la visita «di cortesia» alla famiglia reale al palazzo della Zarzuela (oggi) e tutto culminerà  in una messa celebrata domenica dal papa, evento a cui il Vaticano annuncia un milione di persone.


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