Manovra, l’ipotesi di un nuovo scudo fiscale

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ROMA — Sei minuti di seduta con 11 senatori presenti, compreso il sottosegretario Alberto Giorgetti in rappresentanza del governo, più Vannino Chiti, presidente di turno dell’Aula. La manovra aggiuntiva da 45,5 miliardi di euro per anticipare il pareggio di bilancio al 2013 inizia ufficialmente il proprio cammino in Parlamento. E quando arriverà  in commissione per l’esame di merito, martedì prossimo, potrebbe già  essere cambiata. Il governo e la maggioranza continuano a ragionare sulle possibili modifiche: l’imperativo è mantenere i saldi invariati, e se possibile rafforzarli, e sulle eventuali misure aggiuntive o alternative circolano decine di ipotesi. Compresa quella di riaprire lo scudo fiscale per la quarta volta.
L’indicazione viene da fonti della maggioranza, secondo le quali il nuovo regime potrebbe essere collegato alla futura tassa europea sulle transazioni finanziarie. Ammesso che si trovi un accordo tra i governi, la «Tobin tax» Ue (che per inciso era apparsa nella prima versione della manovra di luglio) non avrebbe in ogni caso tempi brevissimi di istituzione. Così resta in campo anche l’ipotesi di una sovrattassa sui capitali rientrati con lo scudo del 2009, anche se tecnicamente, dice Alberto Giorgetti, «l’operazione non è facilissima».
«È una proposta che va valutata. Bisogna verificare la possibilità  tecnica, perché si modifica un impegno che lo Stato aveva preso», dice il capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri. «Sulle possibili modifiche, compresa la tassazione dei capitali che hanno beneficiato dell’ultimo scudo fiscale, vediamo di decidere in maniera molto riservata sulle soluzioni per poi presentarle in Parlamento», sottolinea il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, da ieri a Calalzo, in Cadore, con il leader leghista Umberto Bossi.
Il Partito democratico preme per la sovrattassa sui capitali rientrati dall’estero, con un’imposizione aggiuntiva del 15%, così da portarla al 20%, «in linea con la tassazione delle rendite» dice Vannino Chiti, anche se in questo caso la tassa del 20% colpirebbe il capitale e non gli interessi. Nello stesso tempo il Pd chiede di portare da 2.500 a 1.000 euro il tetto per l’uso del contante, la cancellazione del contributo di solidarietà , l’indicazione nella dichiarazione dei redditi della descrizione del patrimonio e del saldo dei conti correnti bancari, e un’imposta ordinaria sui patrimoni immobiliari più elevati.
Anche nel centrodestra si ragiona sulla possibile attenuazione del contributo di solidarietà , almeno per fare in modo che tenga conto del numero di figli e familiari a carico. «La manovra è migliorabile sulla tutela delle famiglie, del resto il quoziente familiare è nel programma di governo e non può più essere eluso o rinviato» dice il ministro per l’Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi. In alternativa al prelievo sull’Irpef per i redditi superiori ai 90 mila euro, in molti spingono per l’aumento dell’Iva, ma Calderoli sbarra la strada. «L’aumento dell’Iva è legato alla riduzione della pressione fiscale. Se si aumenta solo l’imposta sul valore aggiunto si deprimono i consumi e si hanno minori entrate».


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