Statali, Tfr Congelato per due anni Niente tagli, niente tredicesima

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Non più solo i dirigenti (che già  con manovra varata a luglio dovranno versare un contributo di solidarietà ), ma tutti i dipendenti che hanno come datore di lavoro lo Stato, cioè quasi 3 milioni e mezzo di persone, saranno interessati dalle nuove norme decise dal governo.
Ecco le misure. La prima è, diciamo così, una «messa in mora». Se gli obiettivi fissati di riduzione delle spese dei ministeri non verranno rispettati, ci sarà  il congelamento delle tredicesime mensilità  dei dipendenti del pubblico impiego. È ovviamente una norma draconiana che spinge le amministrazioni a non prendere sotto gamba la necessità  di rispettare al millimetro i tagli decisi dal governo.
Per tutti gli statali ci sarà  un congelamento di due anni del tfr, cioè della buonuscita al momento di andare in pensione. In tutto, secondo quanto detto dal ministro Tremonti, dalla previdenza del comparto statale arriveranno risparmi per un miliardo di euro.
C’è poi una terza misura che riguarderà  solamente gli insegnanti (che sono circa un milione), di cui quasi un terzo (320-340 mila) lasceranno la scuola nei prossimi dieci anni per raggiunti limiti di età . Il loro pensionamento (che nel mondo della scuola avviene con una sola finestra) verrà  ritardato di un anno. Questo «fermo» non scatterà  subito, ma solo a partire dal primo settembre 2012. In questo modo sono state messe al sicuro le 67 mila nuove immissioni in ruolo che andranno a rimpiazzare gli insegnanti che vanno in pensione tra poco più di quindici giorni.
Gli interventi sul pubblico impiego sono rimasti in forse fino all’ultimo per la forte contrarietà  del leader della Cisl (il sindacato che ha una roccaforte di iscritti nel pubblico impiego), Raffaele Bonanni. Per Giovanni Centrella dell’Ugl la manovra «è troppo penalizzante per il pubblico impiego».
In ogni caso siamo molto lontani dalla cura «greca», cioè dalla scure che la Banca centrale europea ha richiesto e ottenuto sul comparto statale di Atene (licenziamento degli esuberi e mobilità  forzata). Ma anche da noi esiste il problema di riduzione del sovradimensionato settore pubblico. E così è stato previsto entro il marzo 2012 il taglio del 10 per cento dei dirigenti di seconda fascia e del 10 per cento dei reggenti (non hanno vinto il concorso, ma svolgono le funzioni di dirigenti) delle amministrazioni centrali (saranno riutilizzati come funzionari).
Non c’è stata invece nessuna nuova riduzione agli stipendi pubblici, che sebbene fosse richiesta dalla Bce al governo, è già  stata decisa l’anno scorso (per il 2011 e 2012). Nè ci sarà  una riduzione del numero dei dipendenti statali che sono circa il 5,7% della popolazione, a fronte del 5,47 della Germania o del 3,41 del Regno Unito. In Grecia il 3,3. In Italia c’è però un problema di gestione degli esuberi e di mobilità  anche tra un ministero e un altro.
Per quanto riguarda la scuola, soddisfazione per il risultato ottenuto del mantenimento dell’immissione in ruolo dei 67 mila precari è espressa da Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola, «soprattutto in considerazione del fatto che questa manovra ha un forte impatto, e quindi aver ottenuto lo spostamento di un anno del fermo dei pensionamenti per noi è un grande risultato». Mentre Scrima esprime «la più completa contrarietà  al ritardato pagamento del tfr, che non sarà  più versato entro i sei mesi dal pensionamento ma entro i 24 mesi». «Si tratta di una misura grave per i lavoratori — dice Scrima — che fanno affidamento su quella forma di risparmio per esigenze strettamente familiari».


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