Manovra, seconde case nel mirino rischio-patrimoniale sui risparmi
ROMA – Ieri pomeriggio, alle 15 in punto, il ministro Tremonti ha convocato il suo staff per fissare i dettagli degli interventi necessari a blindare l’Italia contro la speculazione e a rispondere ai diktat imposti dalla Bce. Una riunione ristretta con un gruppo scelto di tecnici precettati da qui a Ferragosto per calcolare pesi ed equilibri delle singole misure e fornire tutti i supporti necessari ad una convocazione del Consiglio dei ministri che potrebbe arrivare tra il 15 del mese, data suggestiva, e il 20.
Due sono le ipotesi messe sul tavolo, pronte per essere trasformate in un decreto legge volto a rafforzare la manovra da 48 miliardi. La prima – definita di impatto più tradizionale anche se non leggero per le tasche degli italiani – prevede l’annunciato anticipo della delega assistenziale-previdenziale da 20 miliardi al 2013. Ma conterrebbe anche interventi sulla previdenza: il condizionale è d’obbligo visto che sulla Padania oggi in edicola Bossi tuona: «Finché c’è la Lega le pensioni non si toccano». Le misure – se attuate – potrebbero comunque alleggerire l’impatto degli interventi sugli assegni di invalidità , maternità e sul welfare per le classe a reddito basso. La seconda ipotesi, più pesante della prima, non escluderebbe l’introduzione di una patrimoniale una tantum sulle seconde case e prenderebbe in considerazione la possibilità – per ora solo allo studio – di un intervento una tantum anche sui patrimoni mobiliari: misure che dovrebbero quindi toccare risparmi e depositi.
Le prime ad entrare nel mirino sarebbero le pensioni di anzianità : oggi la riforma Prodi- Damiano le blocca ai 62 anni da raggiungere nel 2013. L’idea è di accelerare il meccanismo delle quote fino ad arrivare al requisito dei 65 anni di età anagrafica entro i prossimi due-quattro anni, cancellando di fatto, in futuro immediato, gli assegni di anzianità . Sempre in tema previdenziale è possibile l’anticipo dell’adeguamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita: l’aumento dei tre mesi, previsto per il 2013, scatterebbe già dal 2012. Resta in ballo, anche se con minore forza, la possibilità di anticipare l’età pensionabile delle donne (l’attuale normativa lo fa partire al 2020. Naturalmente a subire l’anticipo di un anno sarà anche tutto il pacchetto d’interventi da 48 miliardi: dai tagli ai consumi intermedi alle altre misure di riduzione della spesa. Il menù prevede anche un intervento sui costi della politica bloccando l’istituzione delle nuove province.
Ma allo studio c’è anche la più pesante seconda versione: una lista di interventi che ruota attorno alla temuta parola «patrimoniale». Si parla di addizionale speciale sull’Ici per la seconda casa, misura che potrebbe far incassare 6 – 7 miliardi die euro e che ammorbidirebbe l’ostilità dei comuni riguardo la riduzione dei trasferimenti. Resta sul tavolo l’ipotesi di un aumento della tassazione sulle rendite finanziare, da rendere omogenee al 20 per cento, escludendo i titoli di Stato. Aleggia inoltre l’ipotesi di una tantum a sorpresa che potrebbe colpire le ricchezze mobiliari (quindi i risparmi già sottoposti all’aumento del costo dei bolli sul dossier titoli previsto dalla manovra).
A chiudere il pacchetto di interventi la possibilità di una misura sulle aziende pubbliche: la privatizzazione delle municipalizzate ad esclusione del settore acqua (protetto dal referendum). Allo studio anche un dossier sulle grandi spa pubbliche (da Eni, a Enel, Terna, Finmeccanica) e sulla possibile cessione di quote di minoranza.
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