UN BIS SENZA RISPOSTE

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Bene che gli attuali governanti si siano accorti di non aver detto nulla di convincente al Parlamento. Ma che cosa ci hanno detto nella conferenza stampa di ieri sera? Direi niente di più. L’obiettivo (che resta sempre una speranza) di anticipare il pareggio del bilancio pubblico nel 2013 anziché nel 2014. E in più di mettere nella Costituzione l’obbligo del pareggio di bilancio, obiettivo che in una Costituzione non ha gran senso. E la modifica dell’articolo 41, dove è scritto che i privati non possono fare tutto quel che vogliono. Ma l’interrogativo è: quali provvedimenti questo governo ha deciso per riuscire a pareggiare il bilancio nel 2013? Quali interventi sul piano fiscale per aumentare le entrate? La patrimoniale proposta dall’onorevole Amato è fuori dei pensieri dell’attuale governo, ma almeno la proposta di qualche altro provvedimento per aumentare le entrate necessarie a pareggiare il bilancio. Niente di tutto questo.
Il pareggio di bilancio nel 2013, ma con quali provvedimenti? Ulteriore taglio delle spese sociali e privatizzazioni, cioè svendita di ciò che è ancora pubblico al capitalismo privato? Ma nemmeno questo è stato detto con chiarezza. Si va a vento, sopravvivere fino a quando è possibile.
La conferenza stampa di ieri sera è stato il massimo della delusione per i cittadini e il massimo dell’inconcludenza di chi è ancora al governo.
L’Italia oggi ha il maggior debito pubblico di tutti i paesi europei, mentre produttività  e produzione ristagnano. Gli ultimi dati sull’incremento del Pil, la cui crescita dovrebbe sanare il debito, sono ai minimi storici.
La verità  è che questo governo galleggia e galleggerà  fino a quando una opposizione che dovrebbe essere incoraggiata dal risultato delle ultime amministrative e dai referendum non si darà  una mossa. Fino a quando quest’ultima non avrà  proposte di governo credibili e realizzabili. Continuare a dire che Berlusconi è cattivo (anche le Monde scrive che il problema italiano si chiama Silvio Berlusconi) serve ad assai poco. Sempre per citare: le Monde scrive che è probabile che «i mercati non avranno nei suoi riguardi la pazienza che hanno gli italiani». Berlusconi, che è uomo di mercati, dovrebbe rifletterci.


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