Telecom svaluta l’avviamento per 3 miliardi

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MILANO – «Benchè il contesto competitivo e finanziario sia estremamente sfidante – ha detto Franco Bernabè, presidente di Telecom Italia – i risultati del semestre ci permettono di confermare per il 2011 gli obiettivi economico-finanziari e di remunerazione dei nostri azionisti».
In effetti a sentire gli analisti finanziari i risultati semestrali presentati ieri da Telecom Italia sono in linea con quanto si attendeva. Soffre ancora il business in Italia soprattutto nella telefonia mobile, dove i ricavi nei primi sei mesi di quest’anno sono scesi del 10,5% a 3,496 miliardi mentre la telefonia fissa ha perso “solo” il 5,2% scendendo a 6,691 miliardi. Ma in compenso continua a migliorare la performance di Brasile e Argentina, dove i mercati sono ancora in netta crescita. Il Brasile conta ormai per 3,5 miliardi di ricavi anche se la marginalità  è ancora bassa, a 948 milioni pari al 27,1% del totale. Stesso discorso ma più in piccolo per l’Argentina dove a fronte di 1,5 miliardi di fatturato il margine ammonta a 506 milioni. Nel complesso i ricavi sono rimasti sostanzialmente stabili a 14,5 miliardi e così il margine operativo lordo, che sfiora i 6 miliardi. Cambia invece l’ultima linea del bilancio, in rosso per 2,013 miliardi a causa della svalutazione dell’avviamento per 3,1 miliardi. «La svalutazione dell’avviamento – ha sottolineato Bernabè – non determina conseguenze di natura finanziaria e non modifica il percorso di riduzione dell’indebitamento e la politica di distribuzione dei dividendi della società ».
L’indebitamento è infatti sceso di 341 milioni rispetto al dicembre 2010 fino a 31,1 miliardi e la previsione è di portarlo ancora più giù, a 29,5 entro la fine dell’anno. Ciò che ha colpito favorevolmente gli analisti e che ha contribuito a far salire il titolo del 5,3% fino a 0,84 euro, sono state le parole dell’ad Marco Patuano: «Pensiamo di poter migliorare la posizione commerciale e la redditività  nel mobile nella seconda metà  del 2011. Ovviamente ci sarà  un controllo dei costi per proteggere la redditività ». Certo, sono diversi mesi che il management di Telecom fa promesse che poi non riesce a mantenere, soprattutto per quanto riguarda il mobile italiano. Ma ora stanno entrando a regime gli interventi fatti da marzo 2011 in poi, cioè da quando la nuova struttura manageriale ha assunto il nuovo assetto, per cui i risultati non dovrebbero tardare più di tanto.
Per quanto riguarda le acquisizioni, dopo l’acquisto in Brasile di Aes Atimus non è escluso che altre opportunità  possano verificarsi anche se, come ha ricordato lo stesso Bernabè, al momento «non ci sono negoziati in corso». E non c’è nulla di concreto anche sulle voci che volevano Telecom Italia interessata all’acquisizione di 3 Italia, il quarto operatore mobile. «Pensiamo che ci sia un grande potenziale per un consolidamento in Italia e siamo nella posizione di essere un “consolidatore” – ha aggiunto il presidente – ma non c’è nulla attualmente».


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