«Da marzo 1.500 dispersi Sbagliato non soccorrere tutti»
È questo il bilancio di Laura Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati, dopo l’ultima tragedia del mare. Perché le traversate sono diventate più pericolose? «Prima del 2009, quando i respingimenti in mare» hanno bloccato gli sbarchi, gli immigrati partivano dalla Libia soprattutto su piccoli gommoni di fortuna, che potevano ospitare solo poche decine di persone. Oggi, al contrario, sulle nostre coste arrivano enormi barconi fatiscenti, guidati da marinai inesperti, su cui vengono stipati fino a 800 profughi. Di conseguenza, in caso di avaria, il numero delle vittime è destinato ad aumentare. Ma chi scappa dai bombardamenti è pronto ad affrontare il rischio di morire» .
Cosa non funziona nei soccorsi? «Per prima cosa, credo si debba cercare di migliorare la collaborazione fra le navi che solcano il Mediterraneo. In secondo luogo, sarebbe raccomandabile soccorrere le “carrette del mare” anche in mancanza di pericoli evidenti, come motori in avaria o falle nello scafo. Poi, sarebbe necessario applicare i programmi di reinsediamento: i rifugiati dovrebbero avere la possibilità di essere trasferiti legalmente e senza rischi nei Paesi che offrono loro accoglienza» .
Quale sarà il destino dei profughi sbarcati finora in Italia? «Negli ultimi mesi, da Tripoli sono arrivati circa 24 mila profughi. I rifugiati sono solo una parte: molti di loro sono lavoratori originari dell’Africa Sub Sahariana che si erano trasferiti in Libia prima della guerra per cercare un impiego. Per questo, difficilmente otterranno asilo politico, e rischiano di diventare irregolari. A meno che non sia possibile incentivare i rimpatri volontari grazie a un sistema di aiuti economici» .
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