Da lobby e militanti 49 milioni l’anno così si finanziano partiti e candidati

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ROMA – Un amore grande. E costoso. Nella lista dei finanziamenti “privati” alla politica spicca sicuramente il regalo di Gianmarco Moratti alla moglie Letizia per la campagna elettorale di Milano. Quattrocentomila euro nel 2010 e 3,6 milioni di euro nel 2011. Totale: 4 milioni di euro. E non sono bastati. A questi vanno aggiunti i soldi pubblici usati dai partiti della coalizione per tirarle la volata. Giuliano Pisapia invece si preparava dal 2010 alla sua corsa vincente versando di tasca sua 66.390 euro a Sinistra democratica per il socialismo europeo. E Marco Pannella, il 31 maggio scorso, partecipava a una sorta di aumento di capitale della sua Lista, sempre a corto di denaro, con 70 mila euro attinti dal patrimonio personale.
I Radicali hanno chiesto alla presidenza della Camera l’accesso agli atti (pubblici ma di non facile consultazione) dei versamenti “liberali” di aziende e cittadini a partiti politici e candidati. Pratica lecita regolata dalla legge 659/81, che gode di un particolare regime fiscale. I contributi hanno diritto alla detrazione del 19 per cento. Così nel solo 2010 partiti e candidati si sono spartiti una torta di 49 milioni. Con scambi di rimborsi elettorali e fondi privati. Frutto dell’obolo di privati cittadini, lobby, finanziamenti dei partiti defunti ai partiti nuovi e candidati in gara da qualche parte.
L’obiettivo della deputata radicale Rita Bernardini e dei suoi colleghi è verificare soprattutto quali e quanti soldi l’immobiliarista Sergio Scarpellini versa alle forze politiche. Scarpellini infatti è il principale “padrone di casa” della Camera dei deputati. Ed è vero che dal 1 gennaio 2012 una parte degli affitti che Montecitorio sarà  tagliata. Resta però quasi un intero edificio, Palazzo Marini, per il quale lo Stato ha versato nel 2010 46,5 milioni (escludendo i servizi accessori). Le sue aziende Progetto 90 e Milano 90, anche in anni non elettorali, hanno versato al Pdl 100 mila euro (2010). Ma la stessa cifra nel 2008, anno delle politiche, è finita al Pd di Roma.
Molti versamenti sono partite di giro tra sigle vecchie e nuove della stessa area. Passaggi di denaro tra Forza Italia e Pdl, tra An e Pdl. I leghisti hanno avuto molti finanziamenti privati per le politiche, ma adesso si sostentano con i contributi (cospicui) dei singoli parlamentari e dei gruppi parlamentari. Risalta l’impegno dell’intera famiglia Caltagirone in favore dell’Udc, guidata da Pier Ferdinando Casini, sposo della rampolla Azzurra. Lo sforzo maggiore è stato fatto nel 2008: 2,25 milioni di euro. Ma nel 2009 Caltagirone ha versato nelle casse centriste altri 300 mila euro e nel 2010 600 mila. Con una partecipazione collettiva di figli e parenti oltre che delle aziende del gruppo.
Il sistema di finanziamento del Pd è molto più parcellizzato. Privati e imprese (tantissime cooperative) sostengono le federazioni locali. Giuseppe Mussari, presidente del Monte dei Paschi e dell’Abi, l’associazione bancaria italiana, risulta per esempio, il mecenate del Pd di Siena: 85 mila euro nel 2009, 100 mila nel 2010 (nel 2007 aveva elargito ai Ds locali 162.500 euro). C’è anche il nome di Filippo Penati. L’ex presidente indagato, per la corsa alle provinciali milanesi del 2009, ha avuto 80 mila euro dalla Tubosider di Torino, impresa di grandi costruzioni (autostrade, ponti), 265 mila euro in totale dalla Lega regionale cooperative e Mutue della Lombardia (che nel 2010 ha dato altri 146 mila euro al Pd di Milano) e dall’Alcopl di Milano un’altra coop. E il contributo di 143 mila euro da Fare Metropoli, la sua associazione culturale al centro dell’inchiesta di Monza.
La legge, nata per garantire trasparenza alle attività  di lobby, sancisce alcuni obblighi: vanno dichiarati i finanziamenti sopra i 50 mila euro, anche erogati in servizi. Mara Carfagna, candidata in Campania lo scorso anno, ha avuto denaro da 7 finanziatori, tra cui AirItaly (compagnia che viaggia tra Milano e Napoli), Diorad (fisioterapia), Marnavi (trasporti chimici) per un totale di 47 mila euro. Ogni dazione, seppure inferiore a 50 mila, è stata certificata. Nell’Idv sembrano esserci candidati di serie A e di serie B. Per le Europee del 2009 Sonia Alfano e Luigi De Magistris hanno avuto dal partito 70 mila euro a testa. Più fortunato Leoluca Orlando: 180 mila euro. Si è invece autofinanziato con 300 mila euro Antonio Di Pietro, nonostante il suo nome fosse già  nel simbolo. Futuro e libertà , che non ha diritto al rimborso elettorale, ha goduto della generosità  di Italo Bocchino attraverso Generazione Italia: 90 mila euro nel 2010, 100 mila quest’anno. Ma la documentazione del 2011 è ancora incompleta. Altri soldi per tutti arriveranno.


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