Titoli di Stato, costi record per il Tesoro

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MILANO – Stavolta è andata un po’ meglio, ma la navigazione rimane a vista e le oscillazioni dei prezzi ricordano ancora molto le montagne russe. E infatti la mattinata ha visto ancora una volta le forti sbandate di titoli di Stato, gli spread nei confronti della Germania volati ad un soffio dai massimi assoluti e l’ennesimo rialzo dei rendimenti sulle aste dei titoli di Stato, mentre Piazza Affari tornava a perdere, fino all’1,6%. Fortunatamente il bilancio di fine giornata sui mercati finanziari è più lieve: complici i dati americani sulle richieste di sussidi alla disoccupazione (ai minimi da aprile) e il balzo dei compromessi americani per l’acquisto di case, la Borsa italiana ha ritrovato un po’ di serenità  ed ha chiuso in rialzo dello 0,34%. Abbastanza per farla incoronare migliore piazza del Vecchio continente, davanti per un soffio a Londra (+0,28%) meglio di Parigi (-0,57%) e di Francoforte, la peggiore, che ha perso lo 0,86%.
A caratterizzare la giornata ancora una volta sono state le aste dei titoli di Stato. L’ammontare collocato ha sfiorato il livello massimo della forchetta (che oscillava tra 5,5 e 8,5 miliardi) ma i tassi sono nuovamente volati alle stelle: il Btp decennale è balzato al 5,77% in rialzo di 83 centesimi rispetto all’asta precedente, ai valori più alti dall’inizio del 2000; il Btp triennale ha registrato un tasso di aggiudicazione del 4,8%, con un balzo di 112 punti rispetto all’asta precedente e segnando un record dal giugno 2008, mentre il Ccteu è stato aggiudicato in asta al 4,65%, con un balzo di 127 punti, anche in questo caso ai massimi dal giugno 2008.
Non solo, voci di mercato riportano di vendite a prezzi in forte ribasso nell’ora successiva all’annuncio dei risultati dell’asta, mentre nello stesso tempo il differenziale di rendimento volava a 335 punti dai titoli tedeschi, ad un’incollatura dal massimo assoluto di 350 punti. Solo in un secondo tempo le punte massime sono rientrate e in chiusura il differenziale di rendimento si è riportato sotto i 320 punti, mentre il rendimento dei titoli di Stato decennali si attestava al 5,8%. Pareggiando, come è ovvio che sia, i livelli raggiunti dai Btp appena emessi, che asta dopo asta stano facendo lievitare i costi del servizio del debito per il Tesoro. Sempre in mattinata, anche l’euro ha vissuto un momento di grande debolezza, scendendo sotto quota 1,43 dollari (1,4294 il punto più basso) rispetto agli 1,4376 del giorno prima. Poi, insieme al rientro dei picchi massimi di spread con la Germania, anche la Borsa ha ripreso fiato, invertendo la tendenza e recuperando terreno fino a chiudere in lieve rialzo. Complici i segnali di lieve ottimismo provenienti dall’America, che del resto ha catturato l’attenzione degli operatori tutto il giorno, in attesa del voto della sera (in Europa) sul debito a stelle e strisce. Almeno ieri però Piazza Affari è stata generosa con i titoli finanziari e dopo tante perdite, le banche hanno fatto segnare rimbalzi anche di 2-3 punti percentuali.


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