Obama dichiara guerra alla camorra “Spezzeremo il loro potere economico”

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New York – «La camorra è una delle quattro organizzazioni criminali più pericolose per l’interesse nazionale degli Stati Uniti», parola di Barack Obama. La camorra finisce così in testa alle organizzazioni criminali che l’America intende contrastare con ogni mezzo: sequestri di beni, frontiere sigillate contro i sospetti esponenti di clan. Lo stabilisce il piano d’azione lanciato da Obama con il nome “Strategy to Combat Transnational Organized Crime”, e presentato ieri alla Casa Bianca in una conferenza stampa di alto profilo. Ben due ministri presenti, Janet Napolitano della Homeland Security ed Eric Holder della Giustizia, più il massimo responsabile dell’anti-terrorismo alla Casa Bianca, John Brennan, il direttore dell’agenzia antinarcotici e due sottosegretari. È uno di questi, David Cohen del Tesoro, che in conferenza stampa fa i conti in tasca alla camorra: «Questa vasta organizzazione criminale italiana ha un fatturato annuo di 25 miliardi di dollari, un raggio di azione internazionale, attività  che spaziano dalla contraffazione al contrabbando alla droga». Obama l’ha messa nella lista delle quattro macro-organizzazioni criminali a cui vuole siano dedicate più attenzione e più energie: in compagnia con Los Zetas (narcos messicani), la mafia russa detta Circolo dei Fratelli, e la Yakuza giapponese.
È la prima volta che la mafia siciliana di Cosa Nostra, storicamente radicata negli Stati Uniti, viene superata dalla camorra nell’attenzione delle autorità  americane. E la camorra si merita quindi un posto privilegiato come bersaglio di nuove sanzioni. «L’ordine esecutivo» firmato da Obama prevede infatti l’immediato sequestro di «tutte le proprietà  americane appartenenti a queste organizzazioni criminali», oltre a una procedura speciale per segnalare gli spostamenti dei suoi capi e impedirne l’accesso al territorio degli Stati Uniti. Sanzioni economiche e divieto d’ingresso: proprio come nella strategia usata da Washington contro il terrorismo, o verso dittatori accusati di crimini contro l’umanità  come Gheddafi.
Dietro l’ordine esecutivo di Obama c’è un’analisi approfondita sulle nuove minacce che provengono da organizzazioni come la camorra. La Casa Bianca considera particolarmente pericolosa la loro capacità  di «penetrare dentro gli Stati, fino a cooptarne degli apparati, o di indebolire la capacità  di governo». Queste reti criminose, si legge nell’analisi dell’Amministrazione Usa, «si insinuano nel processo politico attraverso la corruzione, fino a diventare dei surrogati degli Stati, offrendo una loro forma di governo». La potenza della corruzione verso pubblici ufficiali è misurabile: mille miliardi di dollari all’anno per l’insieme di queste «reti transnazionali». Donde una minaccia che va «al cuore dei mercati finanziari globali, che possono essere sovvertiti nei loro meccanismi e nella loro legittimità ». Obama non si accontenta di mobilitare tutte le energie dell’Amministrazione ma propone «una nuova cooperazione internazionale»: ne va della sicurezza degli Stati Uniti, se «alleati e partner» sono esposti a «una nuova convergenza di minacce».


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