Fonsai, passo indietro dei figli di Ligresti

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MILANO – Un passo indietro per tranquillizzare il mercato. Che apprezza. L’annuncio della rinuncia alle deleghe di Jonella Ligresti annesse alla presidenza di Fonsai ha spinto il titolo a recuperare il 7,28%, con un effetto a cascata su Milano Assicurazioni (+7,02%). E un passo indietro lo ha fatto anche Paolo Ligresti che rimarrà  presidente ma senza più alcun ruolo operativo in Immobiliare Lombarda. Di più. Entrambi si dimetteranno da vice presidente di Premafin che detiene il 35% di Fonsai. Lo faranno nella riunione del 29 agosto che approverà  il bilancio semestrale, ma non è escluso che venga convocato un cda straordinario. Prima però la famiglia Ligresti deve decidere cosa fare a livello di holding. Se lasciare le cariche operative anche in Premafin, dove Giulia Ligresti è presidente e amministratore delegato, oppure no, facendo leva sullo statuto secondo cui la società  non esercita la funzione di direzione e controllo di Fonsai.
Di certo, quello di ieri, è stato un passaggio cruciale per la famiglia Ligresti che rinuncia ai ruoli operativi nelle sue società . Cristallizzando una situazione già  consolidata e lanciando un segnale forte, dopo le polemiche sulla governance. Anche se – va ricordato – dopo il salvataggio guidato da Unicredit e l’arrivo di Emanuele Erbetta alla guida di Fonsai, Jonella Ligresti non ha mai esercitato le sue deleghe e tanto meno il potere di firma cui aveva diritto. E del resto il cda di ieri di Fondiaria era dedicato proprio alla governance, per impostare le prime risposte da dare in materia all’Isvap entro il 9 agosto. L’ispezione compiuta dall’authority delle assicurazioni nei mesi scorsi aveva, infatti, sollevato rilievi sulle operazioni tra parti correlate, doppi incarichi, ma soprattutto sul margine di solvibilità . Sceso sotto il 100% e facendo scattare il via libera di Consob all’ingresso di Unicredit nel capitale senza l’obbligo di Opa. In questo modo, rinunciando al potere di firma e all’autonomia decisionale, i Ligresti non potranno più completare operazioni – anche tra le stesse società  del gruppo – senza averle prima sottoposte al cda che dovrà  poi votarle. La decisione presa ieri però ha colto di sorpresa l’intero board, non sarebbe stato informato del passo neppure l’ad Erbetta e fonti vicine alla famiglia ribadiscono che si tratta di una «scelta personale. Non richiesta da nessuno».
Il peso di Unicredit, tuttavia, è sempre più evidente. Il consiglio del prossimo 2 agosto coopterà  i 3 amministratori designati da Piazza Cordusio: Ranieri De Marchis ex cfo del gruppo e oggi responsabile dell’audit; Roberto Cappelli avvocato dello studio Grimaldi e uomo di fiducia dell’istituto (è il presidente ad interim della Roma); Salvatore Militello, professore di scienze attuariali all’Università  Bicocca di Milano con un passato nel gruppo Allianz. «Dopo aver puntellato la parte finanziaria – commenta una fonte bancaria -, adesso bisogna intervenire sul lato industriale. I prodotti di Fonsai sono spesso poco competitivi. È evidente che il problema non è solo nei numeri».
Ieri, intanto, Salvatore Ligresti non si è presentato ai giudici per essere interrogato sul fallito matrimonio con i francesi di Groupama e sull’ingresso nel capitale di Vincent Bollorè. L’appuntamento potrebbe essere rimandato a oggi.


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