Siti top secret per la monnezza

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Governo, regione, provincia e comune di Napoli: sull’immondizia va in scena il teatro dell’assurdo. Ieri alla Camera si discuteva il dl sui rifiuti campani, un testo che arriva fuori tempo massimo rispetto all’emergenza grazie al diktat della Lega, soprattutto ormai superato dal Consiglio di Stato che ha sospeso la sentenza del Tar del Lazio, dando di fatto il via libera all’invio fuori regione del pattume partenopeo, che il dl aveva subordinato agli accordi politici con i governatori.
«Valuteremo – spiegava il ministro Prestigiacomo – se è il caso di riconsiderare la formulazione del primo comma. Ne avremo l’opportunità  domani mattina (oggi ndr) nel Comitato dei nove, ci riserviamo di venire poi in Aula avendo rivisto e approfondito gli effetti dell’ordinanza». Il presidente Stefano Caldoro ancora ieri ripeteva che la Campania sta facendo la sua parte, invitando i sindaci a individuare le aree per nuove discariche e procedendo con i bandi per i termovalorizzatori di Salerno e Napoli est. La stessa giornata in cui il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, si è presentato alla stampa con un piano che bypassa il governo e nega alla radice la possibilità  di avere sversatoi e inceneritori in città .
Il piano messo a punto con il vicesindaco, Tommaso Sodano, prevede due siti di stoccaggio a via Nuova delle Brecce e un terzo nell’ex autoparco di via Brin, pronto alla fine della settimana. Quest’ultimo da 15 mesi ospitava in condizioni disumane 150 migranti sgomberati da via dell’Avvenire, nel quartiere Pianura. Divisi in tre gruppi, sono stati trasferiti nel centro Caritas di via Don Bosco e in due strutture comunali. Il quarto sito di stoccaggio verrà  allestito nella zona del porto, da dove partiranno 5mila tonnellate di rifiuti a settimana. La destinazione per ora è segreta. Il motivo lo spiega de Magistris: «A ogni passo stiamo constatando tentativi di sabotaggio per mettere in difficoltà  il comune: impianti che si fermano, quantità  ridotte di flussi e tentativi di condizionare i lavoratori addetti alla raccolta, messi in atto da chi non vede di buon occhio il nostro piano».
Da mesi, ad esempio, l’amministrazione chiede a regione e provincia di sversare in un unico impianto Stir, per la tritovagliatura, invece di vagare tra le sette strutture. Da mesi si ripetono le minacce ai netturbini. I primi tagli sono stati proprio per le società  di subappalto di Asìa addetta alla raccolta, società  spesso oggetto di indagine. Il servizio adesso è stato internalizzato con un meccanismo di premialità  per i lavoratori.
I sabotaggi arriverebbero fino a inserirsi nelle trattative condizionandone l’esito e persino i costi dei contratti. La situazione è talmente delicata che il piano tende a tenere i rifiuti napoletani tutti all’interno della cerchia cittadina fino all’invio all’estero, sotto il controllo di enti comunali e inquirenti, per evitare lo sversamento di quantitativi illegali, come spesso accade nei trasferimenti entro e fuori regione.
Entro questa settimana dovrebbe chiudersi l’accordo per l’invio all’estero (presumibilmente dalle parti della Scandinavia), trasferimenti molto più economici rispetto a quelli in ambito italiano e persino regionale, e anche su questo ci sarebbero indagini in corso. Da una nave a settimana si dovrebbe poi scendere a due al mese, grazie alla differenziata porta a porta. Da settembre, ai sette quartieri già  serviti, si aggiungeranno Vomero, Posillipo, Barra, Ponticelli e Scampia (325 mila cittadini) più i 7.390 dei Quartieri spagnoli. Per arrivare a coprire l’intero territorio, però, è necessario lo sblocco dei 150milioni di fondi Fas destinati alla Campania e mai arrivati. Anche di questo si discuterà  giovedì nell’incontro tra Berlusconi e de Magistris che, insofferente per i ritardi della regione, vorrebbe avere accesso diretto agli stanziamenti comunitari. In attesa dei soldi, per le altre zone ci saranno le isole ecologiche mobili. Il compito di coordinare privati, commercianti e associazioni che vorranno collaborare è affidato a Raffaele Del Giudice, del cda Asìa.
Lo scopo è accelerare i tempi per arrivare a una differenziata sul 70%, 80%. La frazione rimanente verrà  avviata al compostaggio e al Trattamento meccanico manuale. Per chiudere il cerchio i tempi previsti sono due anni. Intanto, i rifiuti hanno ripreso a viaggiano verso la Liguria.


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