Fiat. La sentenza del “ma anche”

Loading

La Fiat porta sicuramente a casa un punto importante, gli accordi che ha realizzato con Cisl e Uil in deroga al contratto nazionale sono stati riconosciuti pienamente validi dal magistrato a riprova che sia l’azienda sia i sindacati si sono mossi dentro una cornice di razionalità  e buon senso. Allo stesso tempo però Ciocchetti condanna la Fiat per atteggiamento antisindacale nei confronti della Fiom, che pure quell’accordo da lui appena validato non ha firmato. Può sembrare una contraddizione in termini, un ossimoro giuridico ma tant’è. Vedremo le diverse interpretazioni che ne daranno i giuristi e capiremo se alla fine la condanna per attività  antisindacale arriverà  a compromettere l’intero investimento deciso da Sergio Marchionne e atteso con trepidazione dalla comunità  torinese (e non solo).
Una sentenza più netta avrebbe contribuito ad aumentare la chiarezza e ad evitare nuovi conflitti e veleni. Di sicuro gli osservatori stranieri avranno una motivazione in più per considerarci un Paese bizantino e involuto, incapace di scegliere e di programmare il proprio futuro. Fortunatamente il panorama delle relazioni industriali italiane oggi non è più del tutto riconducibile alle vicende Fiat.
 In tante aziende grandi, medie e piccole è andata avanti una contrattazione decentrata che ha prodotto molte novità , una tenuta sul piano dei diritti, formule innovative per l’incremento condiviso della produttività . Questa contrattazione «silenziosa» rappresenta il domani del lavoro perché con tutto il rispetto per Mirafiori e per la sua tradizione oggi la grande fabbrica metalmeccanica non è più il campo decisivo, ma solo uno di essi.
Un accordo all’Eni, alla Barilla o alla Luxottica, tutte multinazionali di rango, non vale di meno. Anzi. E comunque non va dimenticato come solo qualche settimana fa è stato firmato un accordo tra le tre confederazioni e la Confindustria sulla rappresentanza nei luoghi di lavoro. Se non si è dato vita a una riforma organica (ma esistono ancora?) delle relazioni industriali si è aperta però la via della modernizzazione. E che gran parte di queste novità  portino anche il timbro della Cgil è motivo di conforto.


Related Articles

“Siamo duri a morire” Tsipras batte la destra Astensione da record ma Syriza governerà

Loading

Alle elezioni Nea Demokratia non è riuscita a rimontare Sarà un esecutivo “fotocopia” di quello uscente, con i nazionalisti di Anel. “Non ci dovremo preoccupare del fuoco amico dei traditori di Unità popolare”

Un decreto per rivalutare Bankitalia Dalle banche metà della rata Imu

Loading

Maggiori imposte per circa 1,3 miliardi. Che cosa cambia nei bilanci

Tornano gli « statali fannulloni »

Loading

Jobs Act . Il premier apre al «licenziamento per scarso rendimento» solo per i “pubblici”. A quattro anni dalle invettive di Brunetta, nuovo attacco ai lavoratori della Pa

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment