Due milioni di under 30 senza studi e lavoro

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In termini assoluti significa 2 milioni di under 30 (tanti ne conta Bankitalia) e il Cnel nel suo rapporto «Il mercato del lavoro 2010-2011» rileva come «la crisi aggrava le probabilità  di restare in questa condizione» . Aumentano in modo «preoccupante» gli «scoraggiati» che rinunciano a cercare lavoro. Uno scoramento supportato dai fatti: «L’economia italiana — dice il rapporto — è troppo debole per imprimere una svolta alla domanda di lavoro» .
Il Pil, infatti, ha avuto una leggera crescita fra lo 0,5 e l’ 1%, ma non è stato lo stesso per i posti di lavoro, anzi. «Il tasso di disoccupazione potrebbe salire ancora per qualche trimestre» . E nell’Italia a due velocità  nel periodo nero 2008-2010, con una contrazione del Pil più o meno uniforme (4,8%al Centro-Nord e 5,9%al Sud) anche il lavoro viaggia su treni diversi: nel Mezzogiorno gli occupati sono diminuiti del 5%, contro l’ 1,5%del Nord. Se un lavoro c’è, è più probabile che sia precario a lungo termine. Prima della crisi il 31%dei giovani con contratto temporaneo passavano l’anno successivo a un lavoro permanente, ora sono il 22%.
 Per il presidente del Cnel Antonio Marzano, «occorre uno sforzo congiunto. Le parti sociali hanno dato il buon esempio, concludendo un accordo storico e aprendo un nuovo corso di relazioni industriali. Ma servono riforme capaci di sostenere la crescita» .


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